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Il virus e il «suggeritore» della Preghiera del Papa

Quell’immagine resterà a lungo nella mente dei fedeli e degli uomini di tutto il mondo. Come un frame, un fotogramma del grido dell’umanità, a testimonianza di quest’epoca di tragedia. Per quanto contano, lo confermano anche i dati di ascolto da record di Rai 1, in proporzione un’antenna locale: 8,6 milioni di telespettatori e il 32,7% di share, (ai quali vanno aggiunti i 2,8 milioni con il 10,6% di Tv2000, e le platee minori di RaiNews24 e SkyTg24). C’era idealmente tutto il mondo nella piazza san Pietro deserta. Tutto il mondo «flagellato dalla tempesta». La piazza solitamente affollata, gremita. Meta abituale dell’assembramento devoto. Pioveva al tramonto, a Roma. E, nella luce bluastra, si è udito il silenzio. Si è udita la voce flebile di papa Francesco. Si è udito il suono delle campane. Si è udito l’urlo delle ambulanze. Tutto si è fuso nella preghiera elevata da Bergoglio, protetto da una tettoia approntata sul sagrato della basilica. «Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città, si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo ritrovati impauriti e smarriti», ha detto Francesco. E poi ancora. «Con la tempesta è caduto il trucco degli stereotipi con cui mascheravamo i nostri ego». Dallo studio di Rai 1, commentavano il vaticanista Ignazio Ingrao e monsignor Filippo Di Giacomo.

Mentre si ascoltava colpiva l’immagine dell’uomo vestito di bianco, sotto una tettoia anch’essa bianca, solo in mezzo al colonnato del Bernini. Francesco ha riproposto il vangelo della barca nel mare in tempesta, con gli apostoli spaventati mentre Gesù dorme, in apparenza indifferente. Fino a quando lo svegliano perché si vedono in pericolo. «Perché avete paura? Non avete ancora fede?», si sentono rispondere. «La fede non è tanto credere che Tu esista», ha chiosato Francesco, «ma venire a Te, fidarsi di Te… Con Dio a bordo non naufragheremo». L’immagine della barca è servita a Bergoglio per sollecitare tutti alla solidarietà, «fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme». È giusto, tutti insieme. Ma il Papa ha fatto il Papa. E davanti alla pandemia sembra che la voce della massima autorità religiosa mondiale sia la più dotata di credibilità.

Era stato don Marco Pozza, durante una puntata domenicale di A sua immagine, collegato dal carcere di Padova di cui è cappellano, a invitare il Pontefice a un gesto di preghiera da piazza san Pietro. Un gesto con tutte le televisioni collegate, che avesse il sapore dell’evento. Bergoglio gli ha dato ascolto, come sta facendo da qualche tempo. Don Marco lo intervista da tre anni nei cicli sulla preghiera trasmessi da Tv2000. Insieme con alcuni detenuti del carcere padovano, ha partecipato alla stesura delle riflessioni della prossima Via crucis. Ha collaborato anche al testo della preghiera di venerdì sera. Al termine della quale, dopo l’adorazione al Santissimo in una ritualità che ha mostrato tutto il peso di duemila anni di storia, Francesco ha impartito la benedizione Urbi et Orbi con la concessione dell’indulgenza plenaria. Che, nell’impossibilità di accedere ai sacramenti in tempo di quaresima, accorda il perdono a tutti coloro che lo chiedono. Mentre la impartiva dall’ingresso della basilica, le sirene delle ambulanze si confondevano con il suono delle campane.

 

La Verità, 29 marzo 2020