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Nuove nomine, cloni e format prendono la Rai

Campo Dall’Orto ci ha preso gusto. E anche i suoi direttori freschi di nomina. Batti il ferro finché è caldo, ed ecco un’altra infornata di esterni, vocabolo che fa inviperire quelli dell’Usigrai. Nel breve volgere di un paio di giorni e un CdA, CDO ha sciorinato altre tre new entry. Prima: Massimo Coppola, consulente editoriale della direzione generale per le strategie e i prodotti. Proviene da Rolling Stone (direttore), ha sul groppone la chiusura della casa editrice Isbn e il flop di Masterpiece su Raitre. Ma soprattutto, andando un po’ più indietro, è stato a lungo nella Mtv di Dall’Orto. Eccoli di nuovo insieme. Seconda nomina: Francesca Canetta, vicedirettrice a Raidue, quella capeggiata da Ilaria Dallatana, ex braccio destro di Giorgio Gori a Canale 5 e poi in Magnolia, dove tutti tre hanno realizzato L’Isola dei Famosi, Masterchef, Pechino Express, Ma come ti vesti? per Real Time eccetera. Grandi lavoratrici, Canetta e Dallatana sono di nuovo insieme (Gori sorveglia a distanza). Terza nomina: Alessandro Lostia, vicedirettore di Raitre, arriva da FremantleMedia (capo dei creativi e supervisore di produzioni come X FactorThe Apprentice e il solito Masterpiece), ma andando agli esordi si trova la formazione al marketing editoriale in Fininvest, la fondazione di Stand by me (la società di Simona Ercolani) e, tra il 2006 e il 2009, la direzione dei programmi di La7 nel periodo in cui Daria Bignardi conduceva Le Invasioni barbariche (e, per un anno, Campo Dall’Orto dirigeva la rete). Anche loro sono di nuovo insieme.

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Ora, non c’è nulla di male a ricreare la squadra, tanto più se si tratta, come sembra, di lavoratori e professionisti competenti. Però, ci sono alcuni interessanti però. E cioè, primo: che per i motivi di cui sopra, si tratta di gente molto ben pagata, diciamo molto molto vicina al tetto degli stipendi per i manager pubblici, e ora questi stipendi usciranno in gran parte dal canone. Qui, più che la creazione della squadra, sembra che i big abbiano chiesto e ottenuto di lavorare con un loro clone, Coppola per Campo Dall’Orto, Canetta per Dallatana, Lostia per Bignardi. È solo questa clonazione a spiegare perché, ahimé, non era possibile rintracciare dei vice validi tra 13mila dipendenti Rai. Scegliere all’esterno i direttori di rete per imprimere una svolta ci può stare, ma raddoppiare le nomine forse un po’ meno. Magari può essere utile farsi affiancare da qualcuno che conosce come si apre la cassetta degli attrezzi di Viale Mazzini. Secondo però: i prescelti hanno in comune la provenienza nordica, Milano, Torino, Parma, ma in azienda sono sinteticamente targati come “i milanesi”, a testimonianza che la milanesizzazione della Rai non è universalmente gradita. Infine, terzo elemento comune ai neonominati, la militanza nelle aziende che hanno finora venduto programmi alla tv pubblica e, conflitti d’interessi a parte, la conseguente formatizzazione della Rai è qualcosa più che una vaga ipotesi.

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A completare l’operazione, si parla con insistenza di Peppi Nocera tra i consulenti di Raidue. Autore tv molto conosciuto, ha firmato molte edizioni dell’Isola dei Famosi, compresa quella in corso, e di X Factor. Ma andando un po’ indietro si trovano Stranamore, Matricole, Meteore per le reti Mediaset. E, più di recente, un romanzo intitolato La presentatrice morta.