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Tennis, il ricambio generazionale è a un passo

Dunque, Dominic Thiem (27 anni) e Daniil Medvedev (24) hanno battuto Novak Djokovic e Rafa Nadal, numero uno e due del mondo, e si giocheranno il titolo di Maestro del 2020, anno anomalo anche per il tennis. Solo chi non ha seguito con attenzione lo svolgimento dei turni dei due gironi può parlare di sorpresa. Per dire: Thiem ha battuto Nadal con due tie break al culmine di uno dei match più spettacolari e avvincenti dell’anno, Medvedev ha rifilato un doppio 6-3 a uno svogliato Djokovic. Anche nel 2019 Nadal e Djokovic non arrivarono in fondo alle Atp Finals, fermati addirittura nei rispettivi Roun robin, e la finale fu tra Thiem e uno Stefanos Tistsipas che, in stato di grazia, la conquistò motivando previsioni di un futuro in vetta al circuito che, invece, sembra almeno posticipato. Il torneo che chiude l’anno tennistico ha sempre qualcosa di strano e imprevedibile e forse non può essere preso come oro colato dei reali valori in gioco. Basta pensare che Nadal non l’ha mai vinto, anche perché si disputa sul veloce. I test più probanti sono gli slam lunghi due settimane e al meglio dei cinque set. Tutto vero, però.

Le due semifinali di ieri erano già in partenza molto incerte e, da ciò che si era visto, Rafa e Nole non partivano con un gran favore dei pronostici. Qui il mio tweet. https://twitter.com/MCaverzan/status/1330089069397897219

Il campo ha poi confermato l’impercettibile appannamento che da un po’ sembra avvolgere il numero uno del mondo, meno spietato e invalicabile del solito. Come se la routine e l’abitudine a vincere stessero togliendo smalto al suo gioco. Thiem si è dimostrato più protagonista, in possesso di una condizione atletica straripante e di una superiore fiducia nei propri mezzi, che gli hanno consentito di rimontare da 0-4 nel tie break decisivo dopo quasi tre ore di un match tesissimo giocato punto a punto. Nadal sembra iniziare a pagare le fatiche del suo tennis ultra dispendioso, in difficoltà a reggere la regolarità e al tempo stesso l’assoluta imprevedibilità del tennis di Medvedev. Nel terzo set è apparso stanco, con gli occhi infossati. Ha provato a variare intensificando le discese a rete, ma venendo spesso infilato o mancando di precisione nelle volée. Destino che lo accomuna a Djokovic, anche lui spinto a un gioco d’attacco per uscire dal palleggio titanico di Thiem. Sorte paradossale: due giocatori come Nadal e Djokovic scelgono il gioco a rete per non subire quello da fondo campo dei propri avversari.

Forse è presto per dire che l’atteso cambio generazionale è avvenuto. Come detto, le Atp Finals sono probanti fino a un certo punto, tanto più al termine di un anno così particolare. Però, viste le personalità dei protagonisti – senza scordare del tutto Tsitsipas (22) e dando il tempo necessario alla maturazione di Jannick Sinner (19) – forse si può iniziare a dire che nuovi Fab four si affacciano.