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Con Costanzo e Maso dentro l’incubo del male

A pensarci bene il mestiere di giornalisti è infilarsi in situazioni scabrose, imboccare strade pericolose. Non è sempre così, certo. A volte si fanno cose più leggere, di evasione, che servono. Ma il succo della professione è quando si riesce a portare a casa un colpo, a scrivere un pezzo significativo dal punto di vista umano, uscendo bene da una strettoia, da una curva sul ciglio del burrone, consegnando al pubblico una grande pagina di giornale o di televisione. Sull’Intervista di Maurizio Costanzo a Pietro Maso, assassino dei genitori condannato a 30 anni di reclusione, uscito dopo 22 per buona condotta, attualmente ospite di una comunità di recupero per tossicodipendenti, è stato scritto che si trattava di sciacallaggio televisivo con l’obiettivo di innalzare gli ascolti (Canale 5, ore 24 del 5 settembre). Forse non si sarebbe detto di un’intervista su un quotidiano che era utile a vendere qualche copia in più. E nemmeno, par di ricordare, si è sentito dire che il libro intervista Il male ero io scritto con Raffaella Regoli nel 2013, era un’operazione cinica per rimpolpare le casse della Mondadori.

Tuttavia, persiste una certa titubanza nell’accostarsi a un colloquio tanto delicato. Costanzo e Maso sono nel salottino inscatolato dalle pareti sulle quali scorrono i filmati che citano la meningite da neonato, mostrano le fotografie dei genitori uccisi, i dialoghi con i tre complici, le spacconerie al bar, il carcere duro, il matrimonio con Stefania naufragato a causa degli stupefacenti. Storia e commenti sono attinti dal libro. Costanzo risponde alle polemiche con una frase semplice: «Cerco di capire l’uomo com’è fatto». Capire Maso è impresa ardita. Oggi ha 46 anni, è abbronzato, indossa scarpe bicolore e ripete di essere per la prima volta «senza maschera e senza corazza». Parla a fatica. Non si commuove nemmeno vedendo le foto di sua madre che gli chiede: «Ma tu ci vuoi bene?». Ammette il narcisismo che gli ha impedito di comprendere ciò che stava facendo. Gli scende una lacrima vedendo l’ex moglie e interrompe il filmato. Costanzo chiede: «Cos’è l’amore per lei?». Il silenzio si dilata. «Questo è il punto», balbetta. Si dice pentito, confida di pensare ogni giorno ai suoi. «Prega?». «Molto».

La Verità, 7 ottobre 2017

 

Per la cronaca, su Canale 5 L’intervista di Maurizio Costanzo ha ottenuto l’11.48% di share (978.000 persone sintonizzate), mentre su Rai 1 la seconda parte di Porta a porta di Bruno Vespa dedicata al rapporto tra gli italiani e il sesso ha conquistato il 12.32% con un milione abbondante di telespettatori.