Cosa c’è dietro la vittoria di Angelina al Festival
Siete matti, ha detto con tutta la sua spontaneità Angelina Mango appena eletta regina del settantaquattresimo Festival di Sanremo, al culmine dell’ultima serata dell’èra Amadeus (14,3 milioni di spettatori e il 74,1% di share). Sono state le giurie dei giornalisti e delle radio a ribaltare il sorprendente 60% del televoto a Geolier, consegnando ad Angelina la vittoria con il 40,3% finale. Una donna, dieci anni dopo il successo di Arisa. In verità, una ragazza ricoperta di argento vivo. «Grazie di cuore all’orchestra, a te Amadeus, a Fiorello, al mio team, alla mia famiglia, grazie che siete venuti», ha esultato tra le lacrime di gioia. Fra loro non c’era Pino Mango, morto l’8 dicembre 2014. «Sono una persona educata e gentile, e credo che mio padre sarebbe prima di tutto orgoglioso di questo», ha rivelato dodici ore dopo Angelina, facendo un identikit di sé stessa.
Il papà non c’è già più quando nel 2015 inizia a scrivere canzoni. Ma in casa, con mamma, Laura Valente, ex voce dei Matia Bazar, e il fratello batterista Filippo, si respira sempre musica. «È grazie a lui se scrivo e canto, finiamo di pranzare e suoniamo o ascoltiamo qualcosa». Cresciuta a Lagonegro (Potenza), nel 2016 si trasferisce con tutta la famiglia a Milano. Il primo Ep, Monolocale, arriva nel 2020, ma quell’anno non riesce a superare le selezioni di Sanremo giovani. A farla conoscere al grande pubblico è la vittoria dell’ultimo Amici di Maria De Filippi, categoria «Canto», squadra di Lorella Cuccarini. Due nuovi singoli, subito divenuti hit, e il tour «Voglia di vivere» sempre esaurito, accompagnata dal fidanzato chitarrista Antonio Cirigliano, potentino come lei, fanno il resto.
Scritta con Madame e Dardust, La noia racconta le esperienze vissute da adolescente nel paese d’origine. «Penso che la noia sia essenziale e che quei momenti siano del tempo in più che abbiamo, non del tempo perso», confida. L’arrangiamento musicale è una cumbia, una contaminazione latino sudamericana, con cambi di ritmo e atmosfere zingaresche, interpretata con l’energia dei suoi 22 anni e la voglia di prendersi l’Ariston, da vero animale da palcoscenico, sì, nonostante la caduta dell’ultima sera («Meno male che non era una gara di sci», ha postato sui social). Frankie Hi-Nrg le ha rinfacciato le preferenze della giuria dei giornalisti. «Mi dispiace, io lo stimo. Comunque, la mia forza è il pubblico», la replica. In effetti, ogni sua esibizione è stata accompagnata da lunghe ovazioni. Compresa la sera delle cover, dopo l’appassionata interpretazione de La rondine, storico pezzo del padre.
La sua manager musicale è Marta Donà, agente navigata seppur giovane, già dietro le quinte delle vittorie di Marco Mengoni e dei Måneskin. «Non mi aspettavo nulla di quello che è successo», assicura lei. «Ho vissuto ogni momento senza troppe aspettative e pressioni e ho vissuto la settimana più bella della mia vita. Avevo tutta la gente che amo sul palco con me, non ero sola». E poi: «Sì, certo, andrò all’Eurofestival song contest di Malmoe. Però adesso ho tanta voglia di andare a mangiare una pizza con i miei amici».
La Verità, 12 febbraio 2024