Nuovo gioco a Domenica In: molesta il maschio
C’è l’incidente diplomatico con la comunità ebraica, provocato da quello «Stop genocidio» pronunciato da Ghali. Poi c’è il sermoncino a scoppio ritardato di Dargen D’Amico, che già durante il Festival aveva infarcito le esibizioni d’intermezzi moralistici. Ultimi, ci sono gli eccessi a sfondo erotico e gli apprezzamenti pruriginosi di Mara Venier ed Enrica Bonaccorti sui cantanti fluidi, casualmente entrambi di origine magrebina. Sarà il palco dell’Ariston, da dove è andata in onda Domenica in con ascolti stratosferici nell’edizione post-sanremese con i cantanti e i giornalisti ospiti; o sarà il tentativo di spegnere gli altri fuochi politici, fatto sta che, davanti al solito Ghali e al solito Mahmood, conduttrice e ospite hanno perso i freni inibitori. «Bravo, elegante, intenso… Io ti amo!», ha esaltato zia Mara l’interprete di Casa mia. Il cantante era un filo in imbarazzo. Ma a rincarare la dose è arrivata Enrica Bonaccorti: «Voglio dirti una cosa intima… tu sei molto sexy. Ho visto come ti muovi». E Venier: «Ragazzi, io lo vedevo da dietro, è tanta roba». Ecco.
Ancora più esplicito il gioco con Mahmood, presentatosi con pellicciotto, cinture slacciate e pantalone a vita bassissima che lasciava in vista le mutande (in realtà è un modello di pantaloni fatto così). Zia Mara non ha perso l’occasione: «Ma i pantaloni! Perdi le braghe!», ha esclamato in preda alla tachicardia. C’era da far riascoltare il duetto delle cover e da fargli cantare il brano in gara. Ma il vero duetto l’ha fatto lei con Mahmood, parlando di pigiama party e dandogli appuntamento per una prossima intervista a letto. «Ma quante mutande hai?», è intervenuto Gabriele Cirilli. «Niente mutande». Gridolini, applausi, sospiri. Venier palpitava. Ancora Bonaccorti: «Anche tu sei tremendamente sexy, l’unica cosa è che io li avrei tolti quei pantaloni». Altro imbarazzo: «No dai, non esageriamo, da zia Mara no…».
Si dirà: è il clima festivaliero, il carnevale in corso, la festa della musica italiana eccetera. Bene. Ma qualche domanda nasce ugualmente spontanea. Su Rai 1, con la scusa di Sanremo, è tutto concesso? Anche due ultrasettantenni che fanno apprezzamenti a sfondo erotico su due cantanti trentenni? Senza inutili moralismi, proviamo a fermare l’onda festivaliera. Se la situazione si fosse verificata a parti rovesciate? Se due conduttori ultrasettantenni si fossero lasciati andare a commenti sulla carica erotica e le mise di un paio di femminucce, il reggicalze di Annalisa per dire, che cosa sarebbe accaduto? Non si parlerebbe d’altro, purtroppo. Altro che genocidio. Ma è il mood di Mahmood.
La Verità, 13 febbraio 2024