La serie che ci trasforma tutti in psicanalisti

È una lunga tele-seduta psicanalitica con due soli attori (Oscar Isaac e Jessica Chastain) che interpretano marito e moglie in crisi, la miniserie Scene da un matrimonio, cinque episodi prodotti da Hbo in onda su Sky Atlantic e Now, remake di quella diretta nel 1973 da Ingmar Bergman. Del resto lo sceneggiatore, produttore e regista è Hagai Levi, ideatore del fortunato In Treatment, che narrava i dialoghi di un affascinante psicoterapeuta con i suoi pazienti. Qui invece gli analisti siamo noi telespettatori, portati di volta in volta a parteggiare per lui o per lei. Perché, forse, in questo ritratto di famiglia in un inferno dell’upper class newyorchese (ci sarebbe anche la figlioletta Eva), una delle possibili chiavi di letture è proprio il fatto che marito e moglie si rapportano e interagiscono come due entità separate. E così la lunga tele-seduta procede mettendo a confronto due egoismi – si usa ancora questa parola? – senza che mai, o molto raramente, faccia capolino la consapevolezza del «noi».

Orbene: in apertura del primo episodio, Jonathan, docente di filosofia di formazione ebraica e Mira, donna in carriera della new technology, si sottopongono al questionario di una ricercatrice la cui tesi dichiarata è che quando in una coppia è lei a portare a casa più soldi le cose vanno subito meglio. Così è Jonathan ad addormentare Eva e a mettere i cartoni per farla star buona. Basterebbe un semplice rovesciamento dei ruoli – è ancora lecita questa espressione? – per far funzionare le cose. Purtroppo, però, la crisi, anzi, la disperazione, cova sotto i sorrisi di circostanza. E mentre lui prova a razionalizzare ogni minimo dettaglio, lei annuisce con crescente distacco. Perché, se è vero che siamo davanti a uno show in cui la parola domina sull’immagine, a volte basta un primo piano per fotografare quello che le parole non riescono a dire. E che, anzi, a volte confondono, perché l’intellettualismo è il virus letale della troppa psicanalisi. Qual è, per esempio, quel marito che dopo la rivelazione della moglie di un tradimento che dura da diversi mesi con un uomo più giovane di 10 anni, superati lo sbalordimento e lo sfogo, si addormenta al fianco di lei? E qual è quell’uomo che la mattina dopo aiuta la moglie a preparare il bagaglio per il viaggio con il rivale? È solo uno dei passaggi più astratti della pur appassionante vicenda, impregnata di torture e tormenti, sul ciglio di un nichilismo senza riparo. A conferma ulteriore che oggi, senza una ragione assai solida, sposarsi è una scelta molto controcorrente.

 

La Verità, 6 ottobre 2021