bignardi5-cavevisioni.it

Bignardi, un anno vissuto pericolosamente per Rai3

È un momento un po’ così per Daria Bignardi. Tutto sembra congiurare contro di lei. Le performance dei suoi pupilli. I buoni ascolti di #cartabianca di Bianca Berlinguer (anche se nella sovrapposizione vince di poco DiMartedì). Pure l’Academy di Los Angeles si è messa contro. Possibile ce l’abbiano tutti con lei? L’Auditel, i telespettatori italiani, i membri dell’augusto consesso che assegna gli Oscar del cinema. I bene informati raccontano che in Viale Mazzini la si vede di rado. Tiene famiglia con figli adolescenti a Milano e, comprensibilmente, le dispiace doversi allontanare. Da quando, poco più di un anno fa, è sorprendentemente divenuta direttore di Rai 3, ha consapevolmente scelto di ridurre gli impegni superflui, non perdendo più tempo per la tinta dal parrucchiere. Non andando più in video, trucco e parrucco sono quasi azzerati. «Non sono mai stata affezionata alla mia immagine», ha dichiarato. E poi, «sono anomala», qualsiasi cosa voglia dire. Anche quando scende a Roma, però, si narra che se ne stia chiusa nel suo ufficio molto zen, aromi e luci soft. Alla linea editoriale della rete, secondo certi osservatori, pensano in successione: il supermanager Beppe Caschetto, ex agente di Daria e attuale di Fabio Fazio, Luciana Littizzetto, Fabio Volo, Lucia Annunziata, Pif, Geppi Cucciari, Miriam Leone, Enrico Bertolino, tutti in servizio alla rete; Paolo Mieli, autore e conduttore di importanti programmi di storia, segnalato da Dagospia in frequenti colloqui con Fazio; il deputato renziano Michele Anzaldi, censore della Rai e amico storico, da quando debuttarono insieme nella Milano, Italia di Gad Lerner. Alla macchina invece pensa il vicedirettore Alessandro Lostia, ex Stand by me (società di Simona Ercolani, quella di Sfide e I ragazzi del Bambino Gesù) ed ex Fremantlemedia (società di Lorenzo Mieli e Mario Gianani, quella di Un posto al sole, Un selfie con il Papa e Non uccidere).

Bianca Berlinguer durante la parodia della Bignardi di Gabriella Germani

Bianca Berlinguer durante la parodia della Bignardi di Gabriella Germani

Lei riflette, tiene i rapporti con Antonio Campo Dall’Orto, presenzia, a volte da lontano, alle conferenze stampa. All’ultima, quella per il lancio di #cartabianca, il programma che, dopo la disastrosa esperienza di Politics – Tutto è politica, deve far cambiare passo a Rai 3 negli approfondimenti e nella difficile competizione con DiMartedì di Giovanni Floris, Bignardi ha partecipato collegandosi da Milano. Ma quando ha sottolineato l’importanza di «#cartabianca a colori» alla quale, anche se non si sarebbe detto, la rete crede molto, è stata corretta dalla Berlinguer: sei poco informata, Daria, il programma s’intitola solo #cartabianca. Una volta partito, la direttora è diventata bersaglio delle gag di Gabriella Germani nel camerino della conduttrice. Nella puntata d’esordio, mentre lei era al trucco, la finta Bignardi la esortava a fare un buon lavoro, altrimenti il programma avrebbe sempre potuto condurlo lei; e comunque, di sbrigarsi ad andare in onda, perché lei doveva correre a vedere il talk dell’amico Floris che stava per cominciare su La7. Nella seconda puntata l’imitata era, invece, Maria De Filippi, pronta a consigliare la conduttrice sul titolo (Amici di Bianca Berlinguer) e sugli ospiti (Gigi D’Alessio e Anna Tatangelo), forte del nuovo incarico perché la direzione di Rai 3 rientrava «nel pacchetto Sanremo».

Il senso delle punture da fuoco amico, difficili da stigmatizzare senza passare per permalosi, è che la rete ha una direzione poco autorevole se non proprio latitante. Del resto, la Bignardi si è sempre proclamata più scrittrice che autore e dirigente tv. In una delle ultime interviste ha rivelato di aver rinviato la pubblicazione di un libro già pronto perché non le pareva «carino andare in giro a presentarlo visto il ruolo che ricopro. È come avere una creatura che non puoi partorire. E questo mi pesa un po’», ha confidato.

Chissà se e quanto le pesano i flop firmati finora dal 17 febbraio 2016, quando fu nominata. L’acquisto fortemente voluto (a 150.000 euro lordi l’anno) di Gianluca Semprini da SkyTg24 per l’annunciata rivoluzione del talk show politico e ora finito alla rassegna stampa notturna di Rainews 24. L’improvvisa e inusitata sostituzione di Barbara De Rossi con Asia Argento alla conduzione di Amore criminale, passato dall’8 al 3% di share, prima di essere spostato dal venerdì al lunedì. Le polemiche scatenate dalla programmazione di Stato civile – L’amore è uguale per tutti , il programma sulle unioni gay, in orario di fascia protetta.

«Fuocoammare» trasmesso a ripetizione su Rai 3

«Fuocoammare» trasmesso a ripetizione su Rai 3

A eccezione di qualche ritocco di palinsesto, come le pillole in daytime di Chi l’ha visto? o la trasformazione in striscia preserale di Gazebo social news, il bilancio dell’anno di direzione Bignardi è lastricato d’insuccessi e polemiche. L’ultima in ordine di tempo è l’assegnazione della supervisione di Tutta salute a Elsa Di Gati, moglie di Claudio Rizza, portavoce di Beatrice Lorenzin, ministro della Salute. Quanto alle scelte squisitamente editoriali, invece, l’ultima trovata è stata la ri-trasmissione di Fuocoammare, venerdì scorso. Il film di Gianfranco Rosi era stato programmato in prima tv in occasione della candidatura italiana come miglior lungometraggio in lingua straniera. Ma dopo esser stato rapidamente scartato dall’Academy, era rimasto in lizza nella categoria dei documentari. Perciò, nuova messa in onda in vista della Notte degli Oscar. Forse auspicando la vittoria o, verosimilmente, essendone convinti. Ma soprattutto per ribadirne preventivamente il marchio. Invece, si sa come vanno queste cose e, ahinoi, Fuocoammare non ha vinto. Povera Daria, tutti contro…

La Verità, 3 marzo 2017