Come spara il plotone di esecuzione di Dietlinde
Era da un po’ di tempo che non si assisteva a una tele-esecuzione orchestrata così nei minimi dettagli. E, siccome quella andata in scena giovedì sera su La7 ha tratti esemplari, da manuale della protervia, i lettori perdoneranno il ritardo di questa nota perché: meglio tardi che mai. Or male, si era nel salotto bomboniera di Otto e mezzo, amministrato con la proverbiale soavità da Dietlinde Gruber sotto l’asettico titolo «Giuli-Spano, l’omofobia e i fratelli coltelli» (share del 9,1%, 1,9 milioni di telespettatori). Com’è noto, la campagna contro il ministro della Cultura Alessandro Giuli era stata inaugurata lunedì scorso con l’annuncio di Sigfrido Ranucci, proprio chez Gruber, della puntata bomba di stasera di Report. Stavolta, l’ospite che destava la curiosità del pubblico della rete di proprietà di Urbano Cairo diretta da Andrea Salerno era Jacopo Coghe, portavoce dell’associazione Pro Vita e famiglia, raro esemplare di cattolico fedele a santa romana Chiesa, che aveva contestato la nomina di Francesco Spano a capo di gabinetto del ministero. Introducendo l’amabile conversazione, la padrona di casa ha chiesto a Massimo Giannini se Spano sia stato fatto dimettere perché in odore di conflitto d’interessi, perché omosessuale o perché il governo non voleva che un uomo di sinistra come lui partecipasse ai pre-consigli dei ministri. La terza che hai detto, ha risposto l’interpellato caricando le munizioni. Poi la padrona di casa ha coinvolto Annalisa Terranova, facendole ripetere il predicozzo sulla separazione fra politica ed etica in una destra laica e liberale che aveva già sciorinato nei suoi social. A quel punto il terreno era dissodato: «Ha sentito forte e chiaro?», ha ammonito Dietlinde dando la parola a Coghe e contemporaneamente togliendogliela appena azzardava che quella di Spano era una nomina «politicamente irricevibile». Perché, per come, chi è lei per dire questo, e via interrompendo. La comandante del plotone non tratteneva l’ostilità verso il convitato che trascendeva ogni suo controllo. Dietro l’aplomb sussiegoso, invece, Lucio Caracciolo celava la sua alterità. Indispettito, Andrea Scanzi completava il reparto schiumando rabbia perché era in collegamento, mentre avrebbe voluto strozzare con le sue mani l’ospite disallineato. Al quale mi permetto di consigliare per il futuro attenta ponderazione prima di sottoporsi al fuoco incrociato di certe squadre.
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Continua la riflessione a Warner Bros. Discovery su Chissà chi è, il quiz di Amadeus trasmesso sul Nove che anche venerdì sera si è fermato al 2,3% (438.000 telespettatori), due punti in meno di share di Casa a prima vista, in onda sulla consorella Real Time.
La Verità, 27 ottobre 2024