Grazie Riccardo. Non solo per il tuo sguardo ironico

Ciao Riccardo. Non la faccio tanto lunga perché le cose più preziose si serbano nel cuore. Voglio solo dirti grazie.
Ero agli inizi della nostra meravigliosa professione, una professione che, come poche altre, si porta dietro e dentro quello che siamo, la nostra natura, il nostro modo di essere. Ero agli inizi, fine anni Ottanta, e condividevo con te e qualche altro amico, quello stanzone del Sabato, in zona Navigli a Milano.
Una sola parola, mi è rimasta: curiosità. Una parola in cui c’era tutto. Se non siamo curiosi, desiderosi di capire, di scoprire, di sapere… Se non abbiamo il desiderio, perché facciamo questo mestiere?
E poi un’altra lezione, sempre indiretta, mai ostentata. L’ironia che, in certi momenti, attraversava il tuo sguardo; lo accendeva, per dir così. L’ironia del disincanto, per non prendere niente troppo sul serio di quello che capita e ci capita. Non prendere niente troppo sul serio al di fuori di ciò che sta al fondo. Più al fondo. Grazie, per quel tuo sguardo che diceva: più al fondo.
Arrivederci.