Minoli fa il colpo con il jolly di Salvini
Il colpo l’ha fatto Giovanni Minoli nel suo Faccia a Faccia su La7 che, ormai, è un contenitore, un rotocalco settimanale. Per dire, il sommario di oggi: il caso Cambridge Analytica (con un’intervista via skype a un’italiana che ci lavora e crea gli algoritmi), la fine di Sarkozy, le clamorose (apparenti?) dimissioni di monsignor Dario Viganò, capo della comunicazione vaticana (con un’intervista al vaticanista Gian Franco Svidercoschi), tutto trattato con il solito piglio incalzante. E poi la chiusa, arguta e ardita, di O lì o là di Pietrangelo Buttafuoco, sui turbamenti di Berlusconi. Dicevo del colpo, il faccia a faccia è stato con Giancarlo Giorgetti, vicesegretario della Lega, «il Richelieu di Salvini», anche se lui ha abbozzato. Insomma, l’uomo forte della Lega, l’uomo del momento, anche se «leghista anomalo», con laurea in Bocconi. L’altro giorno Maurizio Crippa del Foglio ha twittato: «#Giorgetti è l’unico politico intelligente dei prossimi anni. #sapevatelo». Magari non l’unico (ci auguriamo), però…
Da Minoli ha fatto ottima impressione. Sebbene non bazzichi molto i talk, davanti alla telecamera è parso a casa. Occhio tagliente, espressione sorniona, risposte più brevi delle domande. Potrà diventare premier? «C’è chi ama fare gol e gioca centravanti, io ho sempre fatto il portiere. Preferisco stare dove sono più utile». Allora ministro del Tesoro… «Tesori non ne vedo. Semmai del debito, ma non ci tengo». E come si ripiana il debito? «Creando lavoro, ricchezza. Con uno choc fiscale. Se un povero ha diecimila euro di debito, muore. Se li ha lei, Minoli, non è un problema grave». Mi dica tre politici del Novecento che metterebbe nel suo gotha personale: «Don Luigi Sturzo, Bettino Craxi e Umberto Bossi. Non c’entrano fra loro, ma per me hanno un senso». E via così, da vedere.
Sentiremo parlare di Giorgetti. Intanto, il colpo l’ha fatto Minoli…