Anche a Tempo di libri può sfuggire l’attimo
Son due giorni che mi arrovello. Cosa vuol dire mancare l’attimo… Per lentezza di riflessi, braccino corto, titubanze varie. Ben mi sta. È successo a Tempo di libri, FieraMilanoCity, domenica mattina. Càpito davanti allo stand di Henry Beyle, minuscola editrice artigianale milanese nata nel 2009, intitolata al vero nome di Stendhal e m’incanto a leggere i titoli di quei libriccini (Prontuario d’italiese, di Ennio Flaiano; Storia di una libreria, di Umberto Saba; Sul tennis, di Mario Soldati; L’antiquario, di Dino Buzzati; Troppi fiori! di Jules Verne), l’elenco sarebbe sterminato. Ho già acquistato un paio di titoli, regalato un terzo a un’amica e ora l’occhio cade su Lettori, sulla cui copertina riconosco l’immagine di una seducente donna in lettura, già vista sul profilo Twitter di Eva Cruciani, professoressa d’inglese a Pavia, anima sensibile e profonda, che ci ha lasciato troppo presto qualche settimana fa.
«Non sopporto conversazioni prive di significato, che durino più di tre frasi e che non contengano almeno un sorriso» è l’ultimo tweet del suo account (quasi 15.000 followers), fitto di aforismi e di splendide fotografie. Quella è un’immagine di Ferdinando Scianna, grande fotografo di Bagheria. Il libro di Henry Beyle ne contiene 28. Come tutte le pubblicazioni dell’etichetta milanese è in edizione limitata, ancor più preziosa perché realizzata per festeggiare i 100 libri pubblicati. Sono piccoli gioielli per feticisti, stampati «su carta Zerkall-Bütten carattere Garamond Monotype corpo 12», come specifica il colophon in una delle ultime pagine, da staccare una dall’altra con il tagliacarte, con uno di quei gesti che mi riportano all’epoca delle elementari. La ragazza dello stand spiega che la pubblicazione di Scianna, non casualmente appena passato di lì, è praticamente esaurita e quindi il prezzo è ancora più elevato.
Non l’ho acquistata. Ho perso l’attimo. Mi arrovello. Non finisce qui.