Tag Archivio per: Mannoia

La rivincita pop di D’Alessio arruola tutti i big

È stata una garbata rivincita la festa che Gigi D’Alessio ha offerto l’altra sera su Rai 1 per i trent’anni di carriera. Un grande concerto con ospiti di primissimo piano, tutti coinvolti e grati dell’invito del cantautore napoletano. S’intitolava Gigi uno come te trent’anni insieme la serata speciale trasmessa dalla piazza del Plebiscito gremita di un pubblico che ha accompagnato tutte le canzoni degli interpreti che si sono susseguiti e non a caso il protagonista ha chiesto al regista d’inquadrare più la piazza del palco (nella folla il cartello di una ragazza: «Sposami»), «perché siete il coro più bello del mondo» (venerdì, ore 21,30, share del 24,5%, 3,5 milioni di telespettatori). Una festa con dentro il sapore della rivincita, come annunciato dal brano di apertura: «Non mollare mai/ Manda avanti il cuore che domani vincerai/ Non ho mai dimenticato/ Le porte in faccia ricevute/ La risposta era la solita per me/ Ci faremo noi sentire, le faremo poi sapere/ Ma il telefono non mi squillava mai». La rivincita era quella piazza piena, la prima serata della rete ammiraglia, la partecipazione dei maggiori big della musica e dell’intrattenimento italico. A cominciare da Eros Ramazzotti (medley con Un’emozione per sempre, Più bella cosa…), per proseguire con una Fiorella Mannoia in gran forma e il duetto sulla sempre commovente Quello che le donne non dicono di Enrico Ruggeri, con Amadeus, immancabile in ogni show di Rai 1, per un altro medley con brani anni Novanta e poi via via tutti gli altri, Luchè, Vanessa Incontrada, Stefano De Martino, Achille Lauro, Vincenzo Salemme, il figlio Lda che si esibisce con il padre al pianoforte. Un trionfo di napoletanità non piagnucolosa, anzi, internazionalissima nel tributo a Renato Carosone (Tu vuo’ fa l’americano, Torero, O’ Sarracino), apice della serata, con Rosario Fiorello, apparso a sorpresa. Anche nelle parole dello showman siciliano è strisciato il sapore della rivincita: «Ieri, mentre provavamo, dentro il Palazzo Reale qui di fronte c’era il G7 dei ministri della Cultura d’Europa, era riunito il Gotha della cultura. Invece qui c’erano l’ex re dei matrimoni e l’ex re del karaoke… chiamavamo il nostro ministro: Franceschini… Dario… I suoi colleghi chiedevano lumi… E lui: no, non li conosco…». Un duetto concluso da un capolavoro crossover, specialità di Fiorello: Come suena el corazòn di D’Alessio interpretata sulle note di The Wall di David Gilmour per un’inedita band Gigi Floyd. Una bella serata, la rivincita di un cantautore considerato troppo pop per godere degli elogi della critica ufficiale.

 

La Verità, 19 giugno 2022

La musica gira bene, peccato le soste retoriche

La parte migliore è proprio ciò che gira intorno. La musica, appunto. E la splendida scenografia di case colorate (dove sarà?) del Teatro 1 di Cinecittà world. E poi alcuni duetti e alcune partecipazioni scanzonate pur trattandosi di canzoni. Ma anche di qualche gag leggera dispensata con tonalità affettuose nel clima generalmente amichevole. Il peggio sta invece nei monologhi accorati, nelle omelie da pensiero uniforme, nella sottolineatura dell’importanza dei testi delle canzoni, a volte un tantino grondanti: «E poi e poi e poi sarà/ che quando sento di voler salvare il mondo/ poi succede che/ è lui che salva me» (Padroni di niente). Peccato, Fiorella Mannoia. Proprio ora che si era esposta in occasione della bigotta polemica contro Grease, giudicato omofobo e misogino: «Questo politicamente corretto sta diventando insopportabile», aveva twittato, condividendo le critiche del sindaco di Bergamo Giorgio Gori, ex direttore di Canale 5. Peccato, dunque, che La musica che gira intorno sia stata farcita di troppa retorica, sui drammi della pandemia rivisitati da Ambra Angiolini o sull’amore tra due donne interrotto dalla guerra («La lettera di Valerie» da V per vendetta) recitato con occhi lacrimanti da Sabrina Impacciatore (Rai 1, venerdì, ore 21,30, share del 17%, 4 milioni di telespettatori). In apertura non era mancato anche il ricordo della Shoah di Edoardo Leo, con la citazione del colonnello inglese Mervin Willett Gonin che ha raccontato il sorprendente arrivo dei rossetti nel campo di concentramento di Bergen Belsen: era l’introduzione a Credo negli esseri umani di Marco Mengoni. E avrebbe potuto bastare come momento di riflessione.

Il meglio è arrivato invece dalla musica. A cominciare proprio da Canzone di Lucio Dalla, interpretata da Antonello Venditti e Francesco De Gregori, come incipit della serata, partita in crescendo. Con la Mannoia, versatile padrona di casa nell’affiancarsi ai tanti ospiti, soprattutto maschili. Sulle ali della nostalgia il duetto con Claudio Baglioni (Il mondo, Io che non vivo…); aperto dalla leggerezza di Panariello quello con Andrea Bocelli, concluso dall’Hallelujah di Leonard Cohen; intenso nella gara di voci quello con Giorgia, pronta all’autoironia sull’abbigliamento da lockdown; serioso quello con Luciano Ligabue; giocoso quello con Gigi D’Alessio e Achille Lauro in Tu vuo’ fa’ l’americano e Eri piccola. Introdotti dalla gag di Alessandro Siani: «La musica gira intorno perché non trova parcheggio?». Già, sarebbe un peccato se, gira che ti rigira, finisse per trovarlo in zona sinistra da salotto.

 

La Verità, 17 gennaio 2021