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Renzi, Veltroni e Dandini: ecco la flashback tv

Cronaca di una serata flashback nella tv italiana. Su Rete 4 a W L’Italia oggi e domani c’è Matteo Renzi con un titolo déjà vu: «Adesso parlo io». Qui siamo al tempo imperfetto e la share si ferma al 2.53%. Su La7 ospiti di Piazza pulita ci sono prima Walter Veltroni, segretario del Pd fino al 2009, poi Pier Luigi Bersani, suo successore anche nel partito (passato prossimo; 4.81%). Su Rai 3 invece ritorna La tv delle ragazze con Serena Dandini: passato remoto segnalato anche nel titolo: Gli stati generali 1988-2018 (5.98%).

È la tv degli ex, riportati in vita dalla macchina del tempo che troneggia nei nostri salotti. Sembra una serata revival, meglio: una sorta di Isola dei famosi della politica, con ex famosi in cerca di rilancio. Cosa dice, per esempio, l’ex Renzi? «Noi (maiestatis) siamo ontologicamente diversi da Lega e 5 stelle». E esemplifica parlando dei vaccini, cavallo di battaglia di stretta attualità. Nello stesso momento, da Corrado Formigli l’ex Veltroni sta dicendo che gli elettori del M5s non andrebbero insultati (Renzi aveva appena sentenziato che appartengono a un movimento di estrema destra). La vera novità della serata però è La tv delle ragazze. Per inciso: la sera prima su Rete 4 c’era La Repubblica delle donne di Piero Chiambretti e la domenica sera su Rai 3 invece va in onda Le ragazze condotto da Gloria Guida, e ora Dandini si chiede perché gli uomini siano così sgomenti. Dal canto suo esibisce in quota azzurra The Maschilisti, ennesimo travestimento di Elio e le storie tese. L’ospite politico è naturalmente Emma Bonino che esorta a perseguire ulteriori conquiste femminili «perché nessuno ci regalerà niente». Tra la parodia del telegiornale del cambiamento e la valletta gialloverde, Sabina Guzzanti inscena una Maria Elena Boschi che si esercita per Ballando con le stelle e tratteggia un Marco Travaglio in pieno delirio narcisista. Le citazioni del programma originale sono chiosate da un’intervista al suo creatore Bruno Voglino. Scorrono i volti più o meno storici della satira al femminile con la sola, incomprensibile, esclusione di Alessandra Casella. Chiude la serata Francesca Reggiani alias Federica Sciarelli alla ricerca della sinistra scomparsa che «non si trova dal 4 marzo. Qualcuno la dà per morta». La diagnosi c’entrerà qualcosa con tutta questa tv passatista? Sarà mica una forma di accanimento terapeutico?

Aldo Grasso ha scritto che fra vent’anni per capire la società del 2018 gli storici guarderanno talk e reality. Meglio avvertirli di tralasciare la serata dell’8 novembre per evitare vertigini da flashback.

La Verità, 10 novembre 2018

Un malinconico Santoro battuto dall’allievo Formigli

Sconfitto dal suo allievo. Malinconicamente. Battuto da Corrado Formigli, suo storico inviato fino al 2011, ora titolare di Piazza pulita su La7. Quello di Michele Santoro, l’ex conduttore più controverso della tv italiana, sta diventando un triste declino, e la faccenda dispiace. Tanto più in un momento in cui, come ha notato Carlo Freccero, consigliere d’amministrazione in Viale Mazzini, la Rai è a corto di anchorman e di proposte d’informazione autorevoli (chiuso con qualche strascico polemico Politics – Tutto è politica di Gianluca Semprini, da inizio febbraio Bianca Berlinguer prenderà il suo posto nella prima serata del martedì con Cartabianca). Ora, però, mette conto di riflettere un attimo sulla strana programmazione di questo Italia, appuntamento bimestrale con Michelone figliol prodigo. Il programma di Santoro su Rai 2 ha raggiunto il 4.16 per cento di share con 992.000 telespettatori, superato da Piazza pulita che, su una rete outsider, ha conquistato il 5.45 per cento e 1.032.000 persone. La questione delle due reti è tutt’altro che ininfluente perché, sebbene il talk di Formigli sia durato un’ora in più, ha dovuto metabolizzare un numero doppio e più robusto di break pubblicitari, com’è noto particolare non di poco conto agli effetti dell’audience. La vicenda è ancor più significativa in rapporto alla situazione dell’informazione nel servizio pubblico e alla strategia di programmazione dei palinsesti.

Corrado Formigli, conduttore di «Piazza pulita» e autore di «Il falso nemico» (Foto Corbis)

Corrado Formigli, conduttore di «Piazza pulita» e autore di «Il falso nemico» (Foto Corbis)

Dopo una prima uscita, nell’ottobre scorso, l’altra sera davanti al dirigibile di Italia si parlava di degrado delle periferie, stavolta Tor Bella Monaca fuori Roma, dopo Scampia a Napoli. Ospite in studio c’era Roberto Saviano («Rischia ormai di diventare la caricatura di se stesso», parola di Aldo Grasso), appena uscito da House party di Maria De Filippi. Certamente la persona giusta, per parlare di piccola criminalità, spaccio, racket e abbandono scolastico. Ambientati nei bassi partenopei, questi sono i temi sia di La paranza dei bambini, ultimo romanzo savianesco, che di Robinù, il documentario santoriano già uscito nelle sale cinematografiche, ma in attesa di collocazione nei palinsesti Rai. Competenze provate, dunque. E sinergie altrettanto solide. Il problema, caso mai, è un altro. Il degrado delle periferie è senza dubbio un’emergenza del Paese e perciò materia sempreverde. Ma proprio giovedì, con le indagini per gli appalti chiacchierati sfociate nell’arresto di Raffaele Marra, braccio destro di Virgina Raggi, è cominciata a salire la tensione attorno alla giunta romana. Essendo un bimestrale centrato su un lungo reportage, Santoro è stato costretto alle acrobazie per restare agganciato all’attualità. Come ha fatto nell’editoriale d’apertura dedicato al governo Gentiloni e all’albero di Natale della sindaca romana. E come ha fatto rispondendo alle critiche provenienti dai social network, girate in diretta da Giulia Innocenzi (ora che Santoro è diventato renziano, usa la microcriminalità delle periferie per attaccare la Raggi; la situazione dello spaccio e del racket viene da lontano, non può essere incolpata solo e principalmente l’ultimo sindaco). Attualità un po’ «fredda» anche con Vauro Senesi nel ruolo del responsabile casting per il presepio della politica. Nel quale la Boschi vorrebbe tornare a fare la madonnina, ma vengono respinti Gesù Renzino, Gesù Salvino, Gesù Berluschino e Gesù Grillino, imponendo la necessità di un Gesù su misura: «Pronto Nichi, dov’è che affittano uteri?» (miglior battuta della serata).

Su La7 a Piazza pulita, avendo ospite Alessandro Di Battista (bis dopo il Faccia a faccia di Giovanni Minoli di domenica scorsa), aiutato da Antonio Padellaro, Formigli ha potuto prendere di petto proprio le vicende della giunta capitolina, oltre al post referendum e al caso Mediaset-Vivendi. Da segnalare anche una lunga intervista a Marine Le Pen sui temi dell’immigrazione nel giorno in cui se ne parlava a Bruxelles tra i massimi responsabili dei Paesi europei. Insomma, stringente attualità.

Michele Santoro in una foto del 2011 con la sua ex squadra composta da Corrado Formigli, Sandro Ruotolo e Stefano Bianchi

Michele Santoro in una foto del 2011 con Corrado Formigli, Sandro Ruotolo e Stefano Bianchi

C’è da meravigliarsi se Formigli ha prevalso su Santoro alla prova degli ascolti? La notizia comunque c’è tutta perché maestro e allievo non si erano mai scontrati direttamente. Quando Michelone aveva lasciato la Rai dopo la transazione con Lorenza Lei, avviando l’esperienza di Servizio pubblico sulla multipiattaforma con il finanziamento diffuso di 10 euro, Formigli aveva accettato la proposta della prima serata su La7. Ovviamente, Michele non era stato contento. Un anno dopo, luglio 2012, con l’approdo nella rete ancora di proprietà Telecom, Piazza pulita e Servizio pubblico avevano convissuto alternandosi per qualche mese al giovedì, fino allo spostamento di Formigli al lunedì. L’altra sera lo scontro diretto: un bimestrale da una parte e un settimanale dall’altra.

Confronto impari, basta pensare all’informazione scritta. Tra un talk show settimanale con ampi servizi e un bimestrale d’inchiesta c’è la stessa differenza che intercorre tra un quotidiano d’informazione e un mensile di approfondimenti in edicola: l’attualità è sempre corsara e spiazza anche il più agile dei periodici. Se non si vuole pagare pegno all’Auditel bisogna mettere da parte l’ossequio al pedigree dei suoi (malinconici) autori. La collocazione corretta di Italia è la seconda serata.

 

La Verità, 17 dicembre 2016