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Emigratis e il fascino dell’escalation del trash

Con l’hashtag davanti a «rivediamoli», coraggiosamente Italia 1 sta proponendo le repliche della seconda stagione di Emigratis, il programma in cui i due comici foggiani Pio e Amedeo, abbigliati oltre ogni vetta del trash, scroccano vacanze lussuose in giro per il mondo a vip più o meno malcapitati (lunedì, ore 21.15, share del 5.34%). Il programma ha un pubblico di cultori anche insospettabili (Andrea Salerno, direttore di La7) e la rete Mediaset ha scelto di dargli la forma della maratona. Oltre agli stessi Amedeo Grieco e Pio D’Intini, è firmato da Fabio Di Credico e Aldo Augelli, mentre la voce narrante è di Francesco Pannofino. Stavolta siamo in Estremo oriente, tra Shangai, Tianjin, Pechino, Sepang e Kuala Lumpur e il duo comico è in missione per dissuadere cinesi e malesi dal venire in Italia perché il nostro Paese «è una m…». Il vertice dello show però arriva quando i due arrivano a tu per tu con qualche personaggio noto.

Ci sono due motivi per soffermarsi davanti alle gag di Pio e Amedeo. Il primo consiste in un certo voyeurismo masochista: vedere fino a che punto arriva l’escalation del trash. L’ignoranza al potere è un intruglio di sfrontatezza, insolenza e volgarità, quest’ultima in dosi massicce, che ha una sua perversa attrattiva. Il secondo motivo può essere la curiosità di vedere i vip sbertucciati dall’impudenza dei due ragazzotti. Nessuno invece crede all’idea di rivalsa sociale dell’italiano povero sul ricco. Esiste un intero filone televisivo che vive di burle e infortuni ai danni dei famosi. Lunedì prossimo, per dire, partirà su Canale 5 Grande Fratello Vip. Da Scherzi a parte, la tv commerciale ci ha costruito una certa fortuna: prima creo il vip e poi lo demolisco, o almeno lo metto alla berlina. È tuttavia difficile immaginare che Fabio Cannavaro, che regala ai due il noleggio per due anni di altrettante Audi, Maria Grazia Cucinotta, che paga cene e soggiorni in hotel, e Belén Rodriguez, che finanzia la realizzazione di un’aiuola al paesello, non siano preavvertiti e conniventi.

La Verità, 6 settembre 2017