Bello, ma sprecato, lo speciale di O anche no!
C’è una crepa in ogni cosa e da lì entra la luce»: parole di Leonard Cohen. Un programma tv che inizia con questa citazione ha già vinto anche se gli ascolti non lo premiamo, com’è accaduto allo speciale di O anche no! intitolato «La carrozzina e il Presidente», dedicato al presidente americano eletto per quattro volte alla Casa Bianca (venerdì, Rai2, ore 23,50, share dell’1,1%). Del resto, se un programma sulla disabilità è attorniato da filmoni e varietà, l’esito è scontato. O anche no! andrebbe protetto come una riserva indiana. E quindi adeguatamente collocato. A farlo capire basta la riproposizione del discorso del 2 ottobre 1932 di Franklin Delano Roosevelt sulla cura per le persone malate e la necessità di un sistema sanitario democratico: di strettissima attualità. Mentre in tante sedi si parla con sospetto sussiego di resilienza, può aiutare dare un’occhiata a che cosa sia realmente.
Paola Severini Melograni interpella Manuela Roosevelt, nipote e presidente a sua volta della fondazione intitolata alla moglie Eleanor. Suo zio è un uomo forte, volitivo, che «diventa un attore», riducendo al minimo l’esposizione della sua menomazione per non ingenerare forme di pietismo. «Vincere la malattia, non avere paura della paura», chiosa la conduttrice. Sulla scia di F.D. Roosevelt gli Stati uniti furono il primo paese ad abbattere le barriere architettoniche, partendo dalla Casa Bianca e il Parlamento per allargarsi all’aereo presidenziale. Roosevelt fonda anche Warm Springs, un centro di riabilitazione per persone portatrici di handicap, ribattezzato la Piccola casa bianca. In Italia, la battaglia contro le barriere architettoniche nei palazzi della politica vide in prima linea l’ex parlamentare socialista Franco Piro, a sua volta affetto da poliomielite e autore, con Lia Gheza Fabbri, del libro che dà il titolo allo speciale.
Oggi che ci si prepara a scegliere il nuovo Capo dello Stato, com’è raccontato il «corpo del capo»? C’è una deferenza particolare e fino a che punto si può ironizzare sui nostri politici? Qual è il confine tra satira e dileggio? Stefano Disegni evita di focalizzarsi sui difetti fisici, indipendenti dalla volontà del soggetto, per concentrarsi sugli aspetti politici: Enrico Letta è ritratto con tante linee che si sovrappongono a evidenziarne l’identità confusa; Giorgia Meloni è proposta con sopracciglia marcate per sottolinearne lo spirito combattivo. Tra tutte, le facce migliori sono quelle dei Ladri di carrozzelle, i ragazzi della house band, interpreti sorridenti di gioiose cover pop e rock. Senza pose studiate.
La Verità, 23 gennaio 2022