Il calderone della Gialappa salvato dal Mago Forest

Dopo ripetuti rinvii, giovedì sera è arrivato Mai dire talk, il nuovo programma della Gialappa’s Band. Se l’idea di partenza sembra ottima e in perfetto «stile Gialappa», in questa prima uscita la realizzazione è parsa approssimativa e bisognosa di aggiustamenti (Italia 1, ore 21.30, share del 5.2%). I conduttori in studio sono il Mago Forest, Greta Mauro in trasferta da Matrix, e Stefania Scordio prestata da Tgcom24. Troppo a lungo alle loro spalle sedevano ben otto opinionisti con il compito di commentare le performance degli altri ospiti o di rispondere alle provocazioni del trio comico che cercava di coinvolgerli. Uno spreco chiamare Paolo Guzzanti, Jake La Furia, Paola Di Benedetto, Marina La Rosa, Barbara De Rossi se poi rimangono al margine del discorso. Ma ci sono da reggere tre ore e mezza di show e allora vai con gli ospiti, da Paola Barale a Valerio Scanu, da Roberto Giacobbo, new entry a Mediaset, a Ciccio Gamer, youtuber con milioni di followers. E vai anche con le imitazioni di Giorgia Meloni, Giuseppe Conte e Asia Argento, quest’ultima la più riuscita ad opera di Francesca Manzini. Poi ci sono gli inserti comici di Sensualità a corte di Marcello Cesena, il Jerry Polemica di Maccio Capatonda, la presa in giro delle web serie. Infine, non mancano le incursioni di Alfredo Colina, uno stagista fuori corso, della «brieffatrice» Brenda Lodigiani e di vari altri stand up comedian.

Insomma, un po’ un calderone, un helzapoppin rocambolesco, forse figlio dell’esorbitante squadra di 14 autori, nel quale comunque, alcune idee sono azzeccate. Come quella dei due scrittori che devono convincere Giulia De Lellis, 3,3 milioni di follower su Instagram senza aver mai letto un libro a farlo (Guzzanti: «Io ne ho letti tanti, ma vedendo lei mi chiedo perché»). I temerari deputati all’impresa erano il poeta Gio Evan e Giovanni Storti, il quale ha raccontato il suo libro sulla corsa che però parla anche di filosofia, di storia e di avventure… «Già il pensiero mi annoia», è stato il fulminante contrappunto di De Lellis (ovviamente, sulla rubrica si è scatenato il diluvio moralista dei social). Fulminanti anche, come sempre, alcune gag del Mago Forest, apparso il più in palla della situazione, l’unico a reggere il ritmo abrasivo della Gialappa, le cui interpunzioni stentavano a farsi largo in mezzo a troppe voci.

In passato, i Gialappi hanno lanciato una folta schiera di comici, ma perché la magia si ripeta occorre mettere un po’ d’ordine nel nuovo laboratorio.

La Verità, 1 dicembre 2018