«Mi chiamano spesso, ma non torno in tv»
Una persa di vista che vive a mezz’ora di autostrada sembra la storia della Lettera rubata di Edgar Allan Poe, mimetizzata in bella vista insieme ad altre simili e, dunque, praticamente invisibile. Una persa di vista in Italia, ma molto visibile all’estero, in Francia soprattutto. Insomma, una persa di vista atipica. L’appuntamento con Sabrina Salerno è all’Hotel Villa Condulmer di Mogliano Veneto, provincia di Treviso. Venti milioni di dischi venduti, un’immagine da icona sexy tuttora molto credibile di cui godono gli oltre 800.000 fan che la seguono su Facebook e Instagram, oltre che nei palazzetti e negli stadi dove si esibisce.
Eccoci nel parco di questa residenza del 1600, con barchesse, golf, piscina, maneggio, io che faccio domande, lei che risponde con il celebre strabismo di venere e non solo.
La prima curiosità riguarda il fatto che vive qui: dietro c’è una storia o sbaglio?
«Non sbaglia. La prima volta ci sono venuta nel 1993 per registrare un album. C’era una sala d’incisione tra le migliori d’Europa. Anche Vasco ha registrato qui parecchi dischi. Io ci ho conosciuto il mio futuro marito, Enrico Monti, proprietario della Villa e manager musicale. Dopo pochi mesi mi sono trasferita. Adesso lo studio non c’è più, la Villa sì: è la mia oasi».
Pentita di questa scelta periferica?
«Certo che no. L’unica cosa che mi manca è l’odore del mare. Sono nata a Genova e avevo una casa sulla Ruta di Camogli, che ho impulsivamente venduto».
Il suo scopritore, Claudio Cecchetto, è originario di queste zone…
«Di Ceggia, qui vicino».
Vista da qui, qual è la maggiore soddisfazione della sua carriera?
«Non lo so, non guardo al passato».
C’è qualcosa di cui va più fiera?
«Del periodo teatrale, mi ha dato tanto a livello artistico e umano».
Ha interpretato la Fata Morgana nei Cavalieri della tavola rotonda…
«E Uomini sull’orlo di una crisi di nervi. Poi il musical Emozioni con Ambra Angiolini e Vladimir Luxuria per la regia di Sergio Japino. Un bel periodo».
Ora è spesso in tournée, più in Francia, Polonia e Spagna che in Italia: perché?
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