«Il mio segreto? Lavorare tanto e dormire poco»
Un prodigio della natura. Una cantante tradizionale che surfa sulla modernità. Una matusa, antenata dei boomer, che intrattiene rapper e influencer. Voce e umore squillanti, la vita di Orietta Berti è sempre sull’otto volante. Ci sono i concerti, la promozione del nuovo cofanetto di 6 cd (La mia vita è un film – 55 anni di musica), il libro di ricette in arrivo da Feltrinelli, le ospitate… Al Grande Fratello Vip, dove ne succedono di ogni, non s’è scomposta un attimo.
Signora Berti, quand’era bambina cosa le dava da mangiare sua madre?
Lasagne, cappelletti, tortelli di zucca, gnocco fritto… la cucina emiliana. Nelle giornate di nebbia, la nonna mi metteva nel caffè un po’ di vino rosso al posto del latte perché diceva che teneva lontana la tosse. A volte, in classe, mi addormentavo sul banco vicino alla stufa rossa. Sa: il vino, il caldo… Ricordo che la maestra chiamò la mamma: «Quando c’è la nebbia questa bambina dorme sempre». Allora la mamma, che gestiva la pesa pubblica e andava al lavoro presto, ne parlò alla nonna e, da quella volta, basta vino.
È quello il segreto di tanta energia?
Ma no, ho sempre lavorato tanto e dormito poco.
Cosa la tiene sveglia?
Adesso ci sono tante televisioni. Una volta rompevo le scatole ai miei amici in America e in Canada, lì era giorno… Ho tanto da fare, anche ripassare il repertorio prima dei concerti, bisogna esercitarsi sempre per mantenere la voce.
Quando ha scoperto questa capacità di cavalcare la contemporaneità?
Ho avuto le occasioni. Tutto è cominciato con il primo libro, Tra bandiere rosse e acquasantiere (Rizzoli ndr). Poi è venuta la partecipazione all’ultimo Sanremo con Rovazzi. La canzone con Hell Raton, quella con Fedez… Adesso abbiamo pubblicato il cofanetto che era rimasto in frigo un anno e mezzo.
Si sta divertendo al Grande Fratello Vip?
Sì. Anche se è impegnativo perché vado a Cinecittà il lunedì e torno a casa il martedì, poi di nuovo a Roma il giovedì e riparto il venerdì. Al sabato e la domenica ho i concerti…
Che cosa le piace di più?
Le storie delle persone che sembrano dei film, ogni vita lo è. Prenda Giovanni Ciacci e la sua sieropositività. Abbiamo consigliato ai giovani di non provare vergogna a parlarne perché se quella malattia non viene affrontata presto, poi non la si può più curare. Anche l’indifferenza verso i malati di depressione va combattuta.
È il male del giorno.
Non so se è una malattia o più una forma di disagio. A volte si scontra con l’indifferenza perché tutti siamo indaffarati e non c’è mai tempo. A una persona fragile può bastare una carezza, si può andare a trovare la nonna… Chi non ha avuto un caso in famiglia? Io stessa ne ho sofferto.
Dopo il Festival di Sanremo e il suicidio di Luigi Tenco?
Esatto. Ma io sono stata fortunata perché mio marito mi è stato vicino. E anche il pubblico. Trovavo tutte le porte chiuse. Solo due persone mi hanno aiutato, Gigi Vesigna e Antonio Lubrano, che difesero il successo di Io tu e le rose. Gli altri giornalisti non mi potevano vedere. E pensare che proprio loro, nella giuria dei critici, non avevano ripescato la canzone di Tenco.
Al Grande Fratello c’è qualcosa che non le piace?
Il frasario, le parolacce. E le chiacchiere dietro le spalle. Io sono emiliana e se ho qualcosa da dire lo dico in faccia. Si sparla di uno e poi… ti voglio bene. Anche tutto questo bene va dosato, diciamo la verità.
Cos’ha perso non andando più al Tavolo di Fabio Fazio su Rai 3?
Ci tornerò prima o poi per promuovere il cofanetto. L’anno scorso partecipavo anche a The Voice Senior su Rai 2, poi facevo una telenovela su Sky con Manuelito (Hell Raton ndr) e Quelle brave ragazze. Ma mi piace cambiare, così sono tornata su Canale 5 dov’ero già stata con Maurizio Costanzo dal 2000 al 2005.
Ha perso dei programmi, ma economicamente ci ha guadagnato.
No, se calcola tutte le trasmissioni. Ho voluto fare qualcosa di nuovo. Tra poco esce anche il mio libro di cucina per Feltrinelli con le ricette afrodisiache. Ci sono quei cibi che fanno venire quel risolino un po’ stupido che fa sentire giovani.
Ma afrodisiaco vuol dire un’altra cosa.
Il vero afrodisiaco è l’età. Nel libro insegno come si fanno gli stuzzichini in 5 minuti da mangiare quando si fanno le ore piccole come facciamo noi dello spettacolo. E poi le ricette di mia nonna, di mia madre e di mia suocera…
Come mai ha aspettato un anno e mezzo per pubblicare il cofanetto?
Perché prima c’era il libro, poi a Natale avevo fatto Luna piena con Hell Raton, poi Sanremo. Con il Grande Fratello è venuto il momento giusto. Ha una bellissima copertina, creata da un ragazzo di Bologna che sul dipinto di Rubens di Anna d’Austria ha messo la mia faccia. L’ultimo cd è tutto di canzoni d’amore: l’amore per un cane, l’amore di una madre per il figlio gay, l’amore di una donna che sa di esser tradita, l’amore platonico. Nel quinto cd invece ci sono i duetti e le sigle…
Come mai anche i ragazzini cantano le sue canzoni?
Devo ringraziare Fedez e Achille Lauro che con Mille mi hanno aperto un mondo. A ogni concerto vedo che adolescenti e ragazzi le sanno a memoria. Un’esperienza bellissima.
Parlando di rimpianti, il più grosso è non aver posato per Playboy?
Quelle sono stupidaggini.
Rimpianti di mancati guadagni.
Ma no, sono una che va in giro senza un soldo. Non so neanche cosa prendo al Grande Fratello, fa tutto il mio manager. Non ho ancora firmato i contratti perché non ho mai tempo.
E perché sono state scritte certe cifre?
Non lo so neanch’io. Di vero c’è che Pier Silvio Berlusconi mi ha proposto uno special sulla mia carriera. Dovevo già farlo in Rai con Bibi Ballandi, ma dopo che è mancato non se n’è più parlato. A Mediaset mi sono sempre trovata bene perché trattano bene chi lavora per loro.
Niente Playboy e anche niente Tinto Brass.
Neanche lui. Voleva propormi una parte in Monella, la sorella maggiore o la mamma di Serena Grandi. Non voleva farmi fare cose piccanti, ci mancherebbe altro. Lo sa che un po’ di anni fa il suo giornale mi aveva inserito nelle 20 donne più sexy d’Italia? Pensi un po’, io… Credevo di essere sexy solo per mio marito.
Pensa a lui quando in Mille canta «quando sei arrivato ti stavo aspettando»?
Anche ai miei figli che non rispondono al cellulare e tornano a casa alle 3 di notte.
È vero che ha anche il padre spirituale?
Certo, prima era padre Ugolino, un cappuccino della Certosa di Firenze che è morto. Adesso ho don Guido Colombo, che ha l’età di mio figlio Omar.
Anche lui di Firenze?
No, lui sta a Roma, ha diverse lauree e è ben introdotto in Vaticano. Dice messa in latino alla Radio Vaticana.
E lei l’ascolta in latino?
Anche in latino mi piace. Ma di solito la guardo su Tv2000, in italiano.
Parlando del Grande Fratello don Colombo le ha detto di portare un po’ di normalità: pensa che ci sta riuscendo?
Dico la mia opinione con calma…
In quel calderone.
Ognuno vuole raccontare la sua storia. E quindi noi dobbiamo ascoltare, seguire il comportamento che hanno le persone. Quando Alfonso Signorini mi ha chiamato dopo avermi visto sulla nave a Sanremo, gli ho detto che non l’avevo mai visto. Meglio così, mi ha risposto.
Ma cos’è la normalità oggi?
La normalità è non arrabbiarsi. Non parlare in fretta. Non offendere, rispettare sempre la persona che si ha davanti e parlare in modo che possano capire tutti.
È contenta che una donna è stata incaricata di guidare il nuovo governo?
Beh sì, se fa le cose giuste. Largo alle donne, se sanno fare il proprio lavoro.
Conta che sia uomo o donna?
Conta che le promesse fatte vengano mantenute, almeno in parte.
Il fatto che non sia femminista la rende un po’ meno donna?
Non si può andare bene a tutti, ognuno dice la propria opinione. Ma contano i fatti.
Suo marito il Grande Fratello lo guarda fino all’una e mezza di notte o a un certo punto va a dormire?
Lo guarda perché vuole vedere se faccio qualche gaffe. Poi io lo chiamo appena finita la puntata.
Qualche volta le fa delle critiche?
Finora no, non ho sbagliato i nomi e le cose che dovevo dire.
È un giudice benevolo?
Perché lei ha visto che ho sbagliato qualcosa? Osvaldo mi ha detto di contare fino a 3 prima di parlare perché oggi se appena uno sbaglia viene subito ripreso da tutti.
Dopo tutti questi programmi non possiamo nemmeno dire che le manca Sanremo.
Quest’anno non ci sarei andata nemmeno se avessi avuto la canzone giusta.
Magari potrebbe presentarlo con Amadeus?
A chi non piacerebbe, ma Amadeus lo sa fare benissimo. Penso che debba essere un uomo a presentarlo.
L’han fatto tante donne, non sarà maschilista?
No, anzi. Però, è una bella responsabilità scegliere le canzoni e fare un buon lavoro d’equipe.
Ma lei è una forza della natura.
Quando lavoro non mi ricordo quanti anni ho. È quando guardo la carta d’identità che mi spavento. Poi mi faccio una bella risata e vado avanti.
Panorama, 3 novembre 2022