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Anziani, cisgender, virologi Parolario del 2020

Il 2020, il più tragico bisestile dell’ultimo secolo, sarà ricordato come l’anno della pandemia, della nascita del movimento Black Lives Matter, delle morti di Diego Armando Maradona e di Paolo Rossi. Difficile che il parolario che lo riassume possa essere molto spensierato. Anche perché, alle tragedie vere, si aggiunge quella artificiale del politicamente corretto, nemico del buon senso.

 Anziani. Non è un paese per… Vecchi è troppo dispregiativo. Come ha scritto Ferdinando Camon in A ottant’anni se non muori t’ammazzano, nelle terapie intensive i medici sono indotti a scegliere morti più accettabili di altre. In generale, i vecchi sono messi al margine e accompagnati soavemente all’uscita. Ora a fare il lavoro sporco c’è il virus: l’età media dei decessi è 81 anni. Chiamati anziani, trattati da vecchi. Neolingua di George Orwell.

 App. Abbreviazione di applicazione che, a sua volta deriva da Apple… Anzi no, ma quasi. Apple, infatti, significa mela e avendone scelta per logo una morsicata, il marchio di Cupertino sbandiera il peccato originale. Quello mortale delle app «Immuni» e «Io», volute dal governo ancora in carica, è che t’infilano in un ginepraio districabile solo con l’ausilio di un tecnico della Nasa. Cashback o Crashback?

Balconi. Luogo di resistenza collettiva o solitaria durante il primo confinamento. Misto di folclore e conformismo colorito di bandiere arcobaleno, Andràtuttobene, Fratelli d’Italia e altri inni, non sempre nazionali. Desolatamente vuoti nella seconda ondata.

Bancoscontri. Ovvero i famigerati banchi a rotelle voluti dal ministro Lucia Azzolina. Plastico esempio del distacco dalla realtà del governo tuttora in carica. Dovrebbero servire al distanziamento tra gli alunni, ma arrivano fuori tempo massimo. Normali banchi monoposto pronti all’uso sono meno coreografici.

Black Lives Matter. Movimento nato in America dopo la morte di George Perry Floyd procurata da un poliziotto di Minneapolis. Il fatto suscita giusta indignazione in tutto il mondo. Negli Stati uniti il Black Lives Matter origina un secondo movimento, denominato Cancel culture, la cancellazione anche retroattiva di persone e realtà ritenute ostili alle minoranze di razza e di genere. Tra i suoi esiti l’abbattimento delle statue di Abraham Lincoln e Theodore Roosevelt, l’eliminazione dagli archivi delle piattaforme streaming di Via col vento e l’epurazione dalle testate liberal dei giornalisti non allineati. In Svizzera l’azienda dolciaria Dobler cessa la vendita degli storici Moretti. Tragicomica senza riparo.

Cisgender. Neologismo inserito nell’aggiornamento del dizionario Devoto Oli. Indica quegli stravaganti esseri umani che, crescendo, confermano il sesso della nascita. Uomini che si sentono maschi e donne che si sentono femmine. Grazie alla cultura gender e alla narrazione arcobaleno, il mantenimento del sesso originale diventa una delle infinite varianti. In questi casi l’inglese viene sempre in soccorso.

 Crisi. Di governo. Ciclicamente evocata, minacciata, infine posticipata. Raramente paventata in modo meno credibile. Con l’epidemia in corso e la vaccinazione in arrivo non si può certo andare a votare. Per i partner di governo incollati alle poltrone dal terror panico della non rielezione e del successo del centrodestra l’alibi è perfetto. Vedi rimpasto.

Decrescita. Fiaba narrata da qualche pifferaio magico in disarmo che, tuttavia, ammalia frotte di politici dotati d’istruzione in modica quantità. Abbinata all’aggettivo «felice» forma l’ossimoro meno componibile del Terzo millennio. Lingua delle favole.

Discoteche. Luoghi del male. Focolai della seconda ondata. Quelle della Costa Smeralda, in particolare. Il Billionaire e i suoi gemelli. Per dire, nelle discoteche del Salento è filato tutto liscio. Ma in Puglia non c’è Flavio Briatore. E soprattutto a settembre ci sono le regionali.

Dpcm. Decreto del presidente del consiglio dei ministri. Uno dei tanti acronimi di cui consiste la comunicazione del governo in carica. Che di solito si estrinseca nel «Casalino show», format ordito dal portavoce di Palazzo Chigi nel quale il premier dovrebbe annunciare le prescrizioni per i cittadini, ma poi risponde alle domande sulle cene con la sua fidanzata. La decodifica delle norme è il sinistro rompicapo delle festività. Lingua della supercazzola.

Ecosostenibile. Parola magica che apre ogni porta. Secondo il verbo, condiviso anche da papa Bergoglio, del premio Nobel mancato Greta Thunberg, qualsiasi creazione, da una linea dell’Alta velocità a una pagnotta casalinga, dev’essere tassativamente ecosostenibile o almeno «bio». Ecologia nuova religione universale.

Ferragnez. Un tempo si sarebbe scritto Ferragni & Fedez. Ditta di influencer, fuoriclasse del marketing. La legge del privato che è pubblico non risparmia il di loro pargoletto. Versando 100.000 euro, avviano una raccolta fondi a sostegno del reparto di terapia intensiva del San Raffaele di Milano. Premiati con l’Ambrogino d’oro. Lui scivola nella beneficenza esibita filmandosi in Lamborghini mentre distribuisce 5.000 euro a 5 sconosciuti. Crasi milionaria e furbetta.

Giganti. Del web. Trionfatori della lotteria della pandemia. Chiusi in casa, siamo perennemente connessi. Tutto avviene online. Mentre il Pil mondiale crolla del 10% le 90 maggiori aziende dell’informatica aumentano il profitto di 800 miliardi. Pagando le tasse nei paradisi fiscali.

Inglaliano. O italiese. Lingua della quotidianità, misto di italiano e inglese. Ma non c’è integrazione perché, mentre la popolazione continua a usare l’italiano, il Palazzo comunica british. Sembra che dette così – Task force, Green New Deal, Recovery fund, Cashback, Next Generation Eu – siano realtà di simultanea realizzazione. Ma l’inglese non è la bacchetta magica di Harry Potter. Infatti lentezze, cavilli, conflitti interpretativi, burocrazie, ponti che crollano e vaffa sono sempre in italiano.

Involtini. Primavera. Addentati in favor di telecamera da alcuni conduttori di La7. Il nemico da sconfiggere è il razzismo anticinese, non il virus. Prelibatezza esotica per paladini della correttezza politica.

Mascherina. Dispositivo salvavita. Ora. All’inizio dell’epidemia è ritenuto inutile anche da certi soloni dell’Oms. Nel febbraio scorso ne abbiamo spedite gratuitamente parecchie tonnellate in Cina. Salvo poi cercarle invano quando sono divenute imprescindibili.

Negazionisti. Fino al 2019 erano coloro che negavano l’Olocausto. Con la comparsa del Covid sono anche le frange di complottardi no-mask e teorici da «è tutta una montatura». In ritirata dopo la seconda ondata. L’anatema viene riciclato contro chi eccepisce sulla gestione dell’emergenza.

Paura. Da emozione infantile e da film horror a sentimento planetario. Se non si trasforma in panico può essere salutare, suggerendo prudenza. A volte produce effetti collaterali positivi, come per il governo tuttora bizzarramente in carica, non a caso ribattezzato il governo delle tre paure: del Covid, di perdere la cadrega, dell’uomo nero Salvini. Fumetto dark.

Primula. È la forma dei gazebi dove sarà somministrato il vaccino. Un fiore di color ciclamino(?) ornerà i presidi per l’immunizzazione. Come nel caso dei banchi a rotelle, dei monopattini e delle app, il governo giallorosso tiene molto all’estetica. Si spera che sotto le primule si trovino anche le siringhe e le celle frigorifere.

Rimpasto. Rimpastino. Riassetto. Verifica. Tagliando. Adeguamento. Cambio di passo. Allargamento della squadra. Con il ritorno del teatrino della politica e del governo di palazzo si è rispolverato l’intero vocabolario della Prima repubblica. Tornano anche i pontieri, i tessitori, gli sherpa, i consigliori e i sussurratori come Goffredo Bettini e Gianni Letta. Rimpasti, rimpastini, rimpastati. Lessi, bolliti e ribolliti.

Sardine. Assembramento antisalviniano. Movimento detentore del record mondiale di anacronismo. Desaparecido.

Sessismo. Anatema intermittente a seconda dei soggetti coinvolti. Confronta il trattamento subito da Mauro Corona dopo il «taci gallina!» rivolto a Bianca Berlinguer nella concitazione di #cartabianca con quello avuto da Luciana Littizzetto per il pezzo su Wanda Nara nuda a cavallo che ha suscitato la domanda «il pomello della sella dov’è finito?». I buoni fanno satira e hanno sempre carta bianca.

Stati generali. Nel clima da Rivoluzione francese in cui ci ha catapultato il governo curiosamente in carica, politici, banchieri ed eurocrati sono stati convocati a Villa Pamphilj per «progettare il rilancio» del Paese. Per le indagini sulla scomparsa del piano redatto da Vittorio Colao è stata creata una task force che include Indiana Jones, Ultimo e Federica Sciarelli.

Task force. Organismo affiancato ai vari ministeri per velocizzare l’applicazione dei rispettivi programmi. In realtà, generatore di burocrazie parallele e nuove clientele. Teoricamente significa unità operativa, in pratica è causa d’inestricabili conflitti amministrativi. Ne servirà una nuova per coordinarle tutte?

Virologi. Neosacerdoti del Comitato di salute pubblica. Brancolano nel buio come gli investigatori, ma pontificano come oracoli. C’è il talebano della chiusura totale, il profeta delle ondate, il pasdaran dei tamponi, l’oltranzista del virus sconfitto. La pandemia trascolora in commedia dell’arte. E adotta la lingua di Totò quando il ministro degli Esteri, possibile futuro premier, parla di «vairus». La farsa continua.

 

Panorama, 20 dicembre 2020 (versione integrale)

Bonus, app, bancoscontri: il Conte2 fabbrica di flop

App bluff flop. Non è uno scherzo della tastiera del computer, uno scioglilingua da quiz televisivo o un esercizio di logopedia per balbuzienti. È la sintesi della triste parabola dell’applicazione «Immuni». Doveva essere la chiave di volta, il gadget risolutore, l’arma segreta che, tracciando i comportamenti dei contagiati, avrebbe tranquillizzato gli animi, placato le ansie, facilitato il compito dei nuovi tutori della salute pubblica. L’attesa del varo era scandita dal countdown. Il tonfo è fragoroso: finora l’hanno scaricata circa 5 milioni di italiani (il 13% del bacino d’utenza). Pochini perché possa dispiegare tutti i suoi effetti salvifici. E spiace un tantino anche per il buon Flavio Insinna che invano ci esorta al download perché «più siamo meglio stiamo».

Bonus e navigator

Le malinconiche sorti di «Immuni» sono l’emblema del governo Conte Casalino (copy Dagospia), specializzato in trovate inutili, invenzioni superflue, rimedi velleitari. Una pletora di sovrastrutture che mancano regolarmente il bersaglio, indisponenti come un boccale di birra pieno di schiuma. Fossimo nel calcio, con un bilancio così l’allenatore sarebbe stato esonerato da un pezzo. Nel mondo della televisione, il direttore di rete sarebbe stato trasferito ad altro incarico. Prendiamo il bonus vacanze, enfaticamente annunciato dal decreto Rilancio. Altra app, altro flop. Dei 2,4 miliardi stanziati per rilanciare il turismo, finora solo 615 milioni sono stati prenotati e appena 200 utilizzati: l’8% del totale. Tra carta d’identità elettronica, credenziali Spid e Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu), le procedure escogitate dal governo della semplificazione avrebbero fatto sclerare un nerd della Silicon Valley. Per non parlare dell’entusiasmo con il quale le strutture ricettive che avrebbero dovuto anticipare l’importo hanno accolto la pensata.

Una volta erano i governi successivi a smantellare le leggi approvate dai precedenti. Con il dicastero capeggiato da Giuseppi assistiamo al fallimento conclamato già in corso d’opera. Un inedito: il governo della semplificazione lo è anche dell’innovazione. Che bilancio trarre dell’operato dei Navigator, altro colpo di genio grillino? I 2846 funzionari insediati l’estate scorsa nei Centri per l’impiego con l’obiettivo di trovare lavoro ai fruitori del reddito di cittadinanza (1,132 milioni di nuclei familiari, 2,8 milioni di persone) hanno raggiunto lo scopo per il 3,5% dei beneficiari. Buco nell’acqua anche per la sanatoria voluta tra le lacrime dal ministro Teresa Bellanova: 29.500 lavoratori regolarizzati nell’agricoltura invece dei 600.000 annunciati.

Trasparenza?

Tra gli obiettivi sbandierati e il loro reale raggiungimento la forbice è sempre piuttosto divaricata. Si sa che ormai la politica coincide con la comunicazione, e sappiamo che a dirigerla è un ex concorrente del Grande fratello. Ma qualcosa non torna se la propaganda diventa lo storytelling di Palazzo Chigi. Restando nello specifico della comunicazione, il governo della semplificazione e dell’innovazione lo è anche della trasparenza. Non a caso sta battendo tutti i record di opacità. Dalla gran parte dei verbali delle riunioni del Comitato tecnico scientifico alla ricerca di Stefano Merler che già il 12 febbraio anticipava la tragedia sanitaria che ci attendeva fino ai documenti delle indagini sulla strage di Ustica, Conte ha oscurato una serie interminabile di atti. L’ultimo in ordine di tempo, con grande coerenza trattandosi di un appalto pubblico, riguarda i famosi banchi scolastici monoposto. Il torvo commissario Domenico Arcuri, purtroppo niente a che vedere con Manuela, ha giustificato la segretazione con l’intento di evitare strumentalizzazioni. Poi si offendono se c’è chi si insospettisce (per dire: qualcuno ha notizie dell’inchiesta su Ciro Grillo, pargolo di Beppe? O è il caso di creare il Premio dimenticatoio dell’anno?). Temendo che, dopo tanti oscuramenti, alle prime elezioni disponibili qualcuno finisca per oscurare lui, Conte si è defilato lasciando che a smazzarsi le grane della scuola, il taglio dei parlamentari e le nuove ondate di migranti siano i relativi ministri (in)competenti. Meglio non invischiarsi, dedicarsi al più gratificante controllo dei vertici dei servizi segreti imponendo il voto di fiducia – a proposito di trasparenza – e veleggiare verso la candidatura al Quirinale.

Monopattini e bancoscontri

Il governo, intanto, una ne fa e cento ne pensa. O magari il contrario. Non potendo affollare i mezzi di trasporto, anziché aumentare le corse di bus e metro, la soluzione per recarsi al posto di lavoro nei grandi centri urbani è stata trovata nei monopattini. I pendolari dell’hinterland milanese e romano, soprattutto over 40, esultano su un piede solo, pronti per Paperissima sprint. Dai monopattini ai bancoscontri il passo è breve. Per ottemperare al distanziamento nelle classi ecco in arrivo, si fa per dire, 400.000 banchi a rotelle. Anzi no, perché ora sembra siano fuori legge. In compenso ci abbiamo perso solo un’estate, il tempo non manca. Quale fosse il nesso tra le ruote sotto i banchi e la distanza tra gli studenti sfuggiva ai più, Andrea Crisanti compreso. Ma il Conte Casalino, governo della semplificazione, della trasparenza e dell’innovazione, con una passionaccia per le due e le quattro ruote, lo è anche del dinamismo: la Ferrari dev’essere il punto di riferimento.

Nuovo verbo

Un mix di dilettantismo naif sciolto in corpose dosi d’ideologia è la ricetta aura del dicastero ancora in carica. Tra abolizioni della povertà e poderose potenze di fuoco per la ripresa si avanza spediti verso un Pil algebrico a due cifre. Il nuovo verbo è l’ecosostenibilità, il Green deal europeo, la nuova era ecologica. E pazienza se mentre si conciona di surriscaldamento globale e scioglimento dei ghiacciai ancora non abbiamo capito come sia finita la faccenda dell’Ilva di Taranto, una cosetta da diecimila dipendenti indotto escluso, l’1,4% del Pil nazionale. Oppure se a ogni acquazzone di fine estate, mezza Italia deve dichiarare lo stato di emergenza e di calamità naturale. Che sarà mai: uno più uno meno cosa cambia, Conte ci è abituato agli stati di emergenza. Ci pensa lui, con i suoi superpoteri. E se non bastassero, consoliamoci. Potrà sempre farsi aiutare dalle task force, da Vittorio Colao, da Walter Ricciardi, dal Comitato tecnico scientifico, dagli Stati generali… Perché allarmarsi, l’Italia è un modello copiato in tutto il mondo.

 

La Verità, 3 settembre 2020