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Bocci si tuffa a capofitto nella grande bellezza

Più che un Viaggio nella grande bellezza è stata una corsa a perdifiato, un tuffo a capofitto, una fuga a precipizio quella nella quale ci ha accompagnato Cesare Bocci nel primo di sei episodi di questo itinerario nello splendore dell’arte italiana (Canale 5, martedì, ore 21,40, share del 7,9%, 1,7 milioni di telespettatori). Comunque, una gran lezione di storia dell’arte della quale, insieme all’intero catalogo divulgativo di Piero e Alberto Angela, potrebbero han fatto poco tesoro, nel senso stretto del termine, i vari ministri dei Beni e delle attività culturali che si sono succeduti negli anni. Quando si gustano le tante meraviglie di cui il nostro Paese è ricco, viene immediato chiedersi, appunto, come tale patrimonio stenti a tramutarsi in ricchezza reale tout court.

Dopo il prologo sul Vaticano, trasmesso nel 2019 sempre con Bocci in veste di divulgatore o di «turista di lusso» come lui stesso di definisce, il primo episodio riguardava la Nativity – l’inglese si deve forse alle ambizioni verso mercati stranieri – di Nostro Signore (i successivi riguarderanno Venezia, Leonardo Da Vinci, Roma, Torino e Assisi-Orvieto). Abbiamo vissuto «un Natale diverso ma il senso del Natale è sempre lo stesso», ha messo in chiaro il conduttore Cicerone nell’incipit che ha dato la misura delle cose prima di iniziare il Viaggio su e giù per le meraviglie italiane con i testi di Anna Pagliano e Umberto Broccoli e la cura del capo progetto Giuseppe Feyles, già direttore di Rete 4. Al centro della narrazione c’è ovviamente Maria, protagonista assoluta nel Duomo di Siena e della Maestà di Duccio da Boninsegna. Con ritmo molto incalzante – certamente nell’intento di contagiare di tanta bellezza lo spettatore – il racconto procede accompagnato da musiche e cori non sempre in sottofondo. Le citazioni di brani dai vangeli apocrifi, gli intermezzi cinematografici e le preziose consulenze artistiche arricchiscono un percorso che tocca Santa Maria in Trastevere e i mosaici di Pietro Cavallini, la sontuosa basilica di Santa Maria Maggiore in Roma, la Catacomba di Priscilla e un’infinità di altri siti della cristianità. Una menzione speciale trova l’arte popolare, «parole che andrebbero scritte con due maiuscole», sottolinea Broccoli, dal Sacro Monte di Varallo alle edicole votive in Roma. Si chiude con la Cappella di Sansevero a Napoli dove si trova la magnifica scultura del Cristo velato di Giuseppe Sanmartino e ci si sofferma anche sui simboli massonici presenti nella chiesa. Un’aggiunta piuttosto pleonastica, considerato il tema della puntata.

 

La Verità, 31 dicembre 2020

I tesori del Vaticano a misura di telespettatore

Ora, a cose fatte, ci si chiede come mai nessuno aveva pensato prima a una visita alla scoperta delle meraviglie e dei segreti della Città del Vaticano. Si intitolava Viaggio nella Grande bellezza il documentario proposto da Canale 5 e mai titolo è sembrato più adeguato (mercoledì, ore 21,40, share del 12.4%, 2,3 milioni di telespettatori). I 44 ettari del piccolo Stato costituiscono una concentrazione di tesori artistici e architettonici imparagonabile con qualsiasi altro territorio del pianeta. Dunque, la domanda è lecita: perché, avendo a portata di telecamera una realtà tanto straordinaria, nessuno aveva provato a farsi aprire le tante porte delle stanze, dei musei, degli archivi e dei giardini vaticani? Forse la risposta va rintracciata nello sforzo produttivo che la visione di questo speciale documentario, realizzato da Rti in collaborazione con RealLife Television e Vatican media, fa intravedere. E che, per guidare il telespettatore in questo sbalorditivo percorso, ha portato Cesare Bocci a svelarci ogni angolo e ogni anfratto della Santa Sede, dalla Basilica di san Pietro alla Cappella Sistina, luogo dei misteriosi conclavi, dal palazzo Santa Marta, residenza di Francesco, fino a Castel Gandolfo, dove vive Benedetto XVI, dalla cupola eretta da Michelangelo alla tomba di san Pietro, consultando, tra gli altri, il cardinal Angelo Comastri, vicario per la Città del Vaticano, monsignor George Gänswein, prefetto della Casa pontifica, Barbara Jatta, direttore dei Musei vaticani, Andrea Tornielli, direttore del dicastero per la Comunicazione e l’archeologo Umberto Broccoli.

Proprio la scelta di Cesare Bocci, il Mimì Augello del Commissario Montalbano anche conduttore su Tv2000 di Segreti, i misteri della storia, particolarmente assorto davanti alla Deposizione di Caravaggio, suggerisce l’obiettivo che stava a cuore ai dirigenti Mediaset. Non l’illustrazione erudita del critico d’arte, ma l’accostarsi rispettoso della persona comune a tanta bellezza di fronte alla quale, probabilmente, lo sguardo corretto è quello dell’umiltà e dello stupore. Anche con l’inevitabile rischio del ricorso alle iperboli («La piazza più famosa del mondo»; «La chiesa più grande del mondo»; «Un luogo unico che ha in sé tutta la potenza della storia e della bellezza»), pur sempre documentate da fatti e numeri. Un viaggio splendido, con l’unico neo, forse, di una musica un po’ ridondante, che rischiava di appannare una fruizione più profonda di tanta meraviglia. Un viaggio che stimola a intraprenderlo nella realtà.

 

La Verità, 20 dicembre 2019