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Berlusconi jr: «Mediaset primo editore italiano»

Bianca Berlinguer e Myrta Merlino confermate. Il Grande fratello, promosso, rimandata L’Isola dei famosi. L’espansione di Discovery Warner Bros? «Mi sembra una televisione che guarda indietro. È curioso scoprire che si accende un ipotetico terzo polo con conduttori e format presi dalla Rai. Sì, hanno provato a portarci via Maria De Filippi con una super offerta, ma siamo strafelici che Maria sia rimasta con noi». Su TeleMeloni: «La Rai non dovrebbe inseguire il successo dell’audience con singoli programmi. L’allungamento di Affari tuoi, un giochino che non richiede nessuna competenza per vincere, non è in linea con la missione del servizio pubblico». Enrico Mentana? «Le nostre porte sono sempre aperte».
È un Pier Silvio Berlusconi che si concede a 360 gradi quello che annuncia ai giornalisti convocati a Cologno monzese per un bilancio sulla stagione 2023-2024 che «siamo il primo editore italiano». Da settembre a inizio giugno le reti del Biscione hanno raggiunto nelle 24 ore il 40,8% di ascolto medio sul target 15-64 anni, mentre la Rai si ferma al 31,2. Anche nel target complessivo, sempre nelle 24 ore, la tv commerciale supera la tv pubblica: 37,7 contro 36,8% di Viale Mazzini. L’unica fascia dove Mediaset non vince è quella che va dalle 20,30 alle 22,30, dove l’espansione di Affari tuoi è decisiva. Anche per questo «Antonio Ricci sta lavorando per rendere più moderna e competitiva Striscia la notizia».
Tuttavia, sottolinea Pier Silvio, per Mediaset «non sarà possibile mantenere il primato ora che arrivano gli Europei di calcio». Comunque, Canale 5 e Rete 4 resteranno accese tutta l’estate. «Dario Maltese condurrà Mattino 5 e Simona Brachetti Pomeriggio 5», annuncia Mauro Crippa, direttore dell’informazione, mentre la coppia composta da Roberto Poletti e Francesca Barra sarà al timone dell’access prime time di Rete 4. Niente fughe in avanti, però. «Dei nuovi innesti siamo soddisfatti», assicura Berlusconi jr «Myrta Merlino a Pomeriggio 5 ha fatto un buon lavoro e il prodotto è migliorato. Di Bianca Berlinguer siamo molto soddisfatti, il prime time va alla grande. Si sa che l’access prime time è difficile per Rete 4, ma siamo soddisfatti e stiamo lavorando a nuovi prodotti con Bianca. E non abbiamo motivi per non riconfermare questo Pomeriggio 5 con Myrta Merlino».
Se battere la Rai non è la mission principale, ciò che conta è il volume di contatti offerto agli investitori grazie al sistema integrato che combina tv lineare e digitale, radio e Web. Anche per questo nel primo semestre del 2024 si confermerà la crescita della raccolta pubblicitaria del 6% registrata nello stesso periodo del 2023. Per documentare i motivi di soddisfazione Berlusconi jr racconta: «In passato, quando incontravo gli investitori ne uscivo sempre un po’ contrariato perché sentenziavano immancabilmente che la tv generalista era morta. Stavolta ci hanno chiesto come abbiamo fatto a ribaltare questa previsione, a conquistare ulteriore centralità e consolidare i nostri fondamentali». Perciò da Cologno si guarda con fiducia crescente a Mediaset for Europe con Spagna e Germania. Ma restando al «piccolo e superaffollato mercato italiano, il sistema Mediaset batte i giganti del Web», sottolinea Pier Silvio, spiegando col direttore marketing strategico Federico Di Chio che il gruppo ha raggiunto una quota di spettatori settimanale di 95,9 milioni (YouTube è a 38 milioni, Netflix a 13,5). La Rai però ribatte e contesta le cifre fornite da Mediaset: «La Rai nei primi cinque mesi del 2024 si conferma primo editore televisivo in Italia, distanziando le reti Mediaset nell’intera giornata e nel prime time». E Ancora: «Considerando le reti generaliste, la Rai ha circa 5 punti di vantaggio su Mediaset nell’intera giornate e ben oltre 7 punti di vantaggio nella prima serata. Va evidenziato come sia aumentato il divario tra Rai 1 e Canale 5 nel prime time rispetto allo stesso periodo del 2023. Nel 2024 Rai 1 ha fatto registrare un +7,3% di share rispetto a Canale 5».

 

La Verità, 6 giugno 2024

 

Ce la farà lo storytelling a rimpiazzare il trash?

Erano anni che non vedevo un’intera puntata del Grande fratello. Troppo vuoto riempito dal carnevale degli eccessi. La svolta impressa da Pier Silvio Berlusconi e un cast che, in base alle anticipazioni, mi era parso più equilibrato, hanno finito per incuriosirmi. «Le critiche dell’anno scorso erano fondate, purtroppo abbiamo sbagliato il cast, non siamo perfetti. Anche io mi ero innamorato di persone che nel corso del programma mi hanno deluso», ha ammesso Alfonso Signorini introducendo la nuova edizione. E dunque, ecco entrare nella casa sia nip che vip, «non personaggi, ma persone normali che incarnano delle storie». Così sfilano Giselda Torresan, operaia veneta amante della montagna che sfonda il tetto dei decibel, Paolo Masella, macellaio belloccio che si alza alle 5 e non guarda la tv (mai vista una puntata del Gieffe), il bidello calabrese Giuseppe Garibaldi che si proclama anche nipote dell’eroe dei due mondi (sarà vero?), una Anita (Olivieri) bionda e occhi azzurri che per non farsi ricattare dalla bellezza si è presa un paio di lauree… Con il gioco dei nomi anche i nip rischiano di essere figurine. Tra i vip e mezzi vip ci sono Rosy Chin, cuoca italo-cinese molto attiva su TikTok, le attrici di soap Grecia Colmenares e Beatrice Luzzi, Massimiliano Varresi, altro attore di fiction con trascorsi da ballerino, e Alex Schwazer, già oro alle Olimpiadi di Pechino e lui sì protagonista di una storia complicatissima di doping, complotti e riabilitazioni finora incompiute. L’altra grande novità è l’arruolamento di Cesara Buonamici, anchorwoman del Tg5 in veste di opinionista al momento con esiti sedativi. Oltre al ritorno del «tugurio», un’ulteriore novità è la camerata comune nella quale dovrebbero dormire insieme tutti i concorrenti (venerdì ci sarà la seconda puntata con nuovi ingressi). E chissà come farà Giampiero Mughini, se e quando entrerà (avrà un trattamento speciale?).

Lo scopo del Gieffe più «edificante» è farsi guardare da un pubblico più mainstream e meno amante degli eccessi rispetto a quello degli ultimi anni. Non tutto però è sotto controllo e un gestaccio a luci rosse di un collega della Torresan sfugge alla produzione. Gli ascolti della prima puntata (23% di share e quasi 3 milioni di telespettatori) sembrano dar ragione a chi scommette sulla sostituzione del trash con lo storytelling. Basteranno Schwazer e Mughini a riempire il vuoto lasciato dall’eliminazione delle performance più hard? E mentre sui social gli orfani degli eccessi già protestano, ci si chiede se la spazzatura sia sostanza o contorno del format. Sarà l’audience a decretarlo.

 

La Verità, 13 settembre 2023

Renzi verso Mediaset. Prove di Telenazareno

«Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano», cantava Antonello Venditti nel 1991. All’epoca Matteo Renzi era appena sedicenne, ma solo tre anni dopo avrebbe esordito davanti alle telecamere di Rete 4 come concorrente della Ruota della fortuna di Mike Bongiorno. Un’altra èra, sia televisiva che politica. La notizia di oggi, però, è che l’ex premier potrebbe tornare là dove mosse i primi passi della sua fulgida vita pubblica. Il tam tam cresce da qualche giorno. Con il manager Lucio Presta, il senatore di Rignano sta preparando un programma sulla storia e le bellezze di Firenze. La Verità ne aveva anticipato i contorni il 26 giugno scorso, qualche giorno prima di svelare i dettagli dell’acquisto di una nuova villa di 11 vani del costo di 1,3 milioni nel centro di Firenze, per il quale è stato necessario accendere un mutuo, il terzo, gravante sul reddito familiare. Da qui, con molta probabilità, la necessità di rimpolparlo con un rinnovato attivismo che, oltre alle conferenze all’estero e al seguito di Avanti, diario personale sul «perché l’Italia non si ferma», prevede l’esordio dell’ex segretario Pd alla conduzione televisiva. Avvolto nel mistero, era invece rimasto il marchio della televisione sulla quale sarebbe avvenuto. Esclusa la Rai per ragioni di opportunità politica, Giacomo Amadori aveva ipotizzato Mediaset o Discovery Channel tra i probabili, fortunati, approdi.

Ora, dopo la nottata trascorsa a Montecarlo con Pier Silvio Berlusconi, se non del tutto caduto, il sipario è almeno strappato. «Il progetto di Renzi potrebbe essere interessante», ha svelato il vicepresidente Mediaset, considerando le tante novità che riguardano le reti del gruppo. «Abbiamo contattato il suo manager per capire di che tipo di programma si tratta. Potrebbe andare in onda su Rete 4 o su Focus. Certo», ha continuato con un pizzico d’ironia «se andasse in onda su Focus farebbe le stesse percentuali che fa alle elezioni». Scherzi a parte, la sensazione è che la trattativa sia a uno stadio più che embrionale. Se così non fosse, difficilmente l’ad della tv commerciale avrebbe ammesso l’esistenza dei colloqui.

Qualche ora prima, parlando del rinnovamento che investirà Rete 4, Piero Chiambretti, cerimoniere della presentazione dell’«offerta televisiva 2018-2019», aveva sagacemente scherzato sul ruolo del canale nella «formazione della classe dirigente italiana. Avete tenuto a battesimo Renzi alla Ruota della fortuna e Salvini a Ok, il prezzo è giusto: pensate di lanciare altri cavalli di razza?». No, ma di riciclarne qualcuno, magari sì. Rispondendo a precisa domanda sull’eventuale interesse per Renzi in versione Alberto Angela, Berlusconi jr. si era mostrato più che possibilista. «Abbiamo contattato il suo entourage aspettando di vedere… Se fosse, perché no?». A facilitare la venuta alla luce del progetto c’è anche il fatto che Presta è manager molto ascoltato a Cologno Monzese. Paolo Bonolis, il suo artista televisivo di punta, ci lavora con soddisfazione sua e dell’editore da diversi stagioni e nella prossima condurrà due programmi in prima serata (Scherzi a parte e Ciao Darwin) e un preserale (Avanti un altro), tutti su Canale 5.

Insomma, gli astri sembrano favorevoli. Corsi e ricorsi del circo politico-mediatico: ridimensionato nelle stanze dei palazzi romani, il patto del Nazareno potrebbe trovare nuova linfa negli studi televisivi di Mediaset. Anche Silvio Berlusconi, parzialmente decentrato dall’alleanza tra la Lega e il M5s, presumibilmente, vedrebbe di buon grado l’innesto del programma renziano in una rete di Cologno. «Certi amori non finiscono…», da una parte e dall’altra. Per Berlusconi jr., però, tra i «giri immensi» che precedono il ritorno alle origini non c’è quello trionfale dell’ex golden boy della politica italiana. «Credevo in Renzi, mi ero fatto affascinare, convinto che avesse una marcia nuova», ha confidato sempre a notte fonda. «Ma non ha rispettato le competenze degli altri. Si è messo al centro e si è isolato. A parole bene, bene, bene. Ma nella realtà dei fatti le cose sono andate diversamente». Il suo interesse per l’ex premier sembra essere esclusivamente televisivo. Però, come spesso accade, il confine tra televisione e politica è sempre difficile da tracciare. Accusata di aver tirato la volata alle formazioni populiste, con la new entry in palinsesto del programma di Renzi, la rivoluzione di Rete 4 sarebbe copernicana.

La Verità, 6 luglio 2018