Tag Archivio per: varietà

Senza Coletta e Presta è Fiorello il «regista» di Ama

Quest’anno al Festival di Sanremo numero 74, anno quinto dell’èra Amadeus, si è finalmente capita la vera ripartizione dei ruoli. Ci sono un professionista e un fuoriclasse, protagonisti di una simbiosi perfetta. Il professionista è Amedeo Umberto Rita Sebastiani, direttore artistico e conduttore della kermesse, praticamente il testimonial della Rai di oggi. Il fuoriclasse, invece, è Rosario Tindaro Fiorello, showman, intrattenitore, artista dello spettacolo. In questo Amadeus five, la linea di comando è diventata improvvisamente più snella e operativa. Un po’ come avviene in certe società di calcio quando si riducono i dirigenti e finalmente allenatore e direttore sportivo non hanno troppi capi a cui rendere conto. A Sanremo, sparito Stefano Coletta, direttore dell’Intrattenimento primetime con il vizietto di mettere il naso sulle scalette, e dileguato Lucio Presta, il manager che procurava ospiti importanti ma orientati, sono rimasti loro due. Il selezionatore di canzoni e presentatore, padrone del palco sul quale muove collaboratori, ospiti e cantanti. E il talento artistico che, in un certo senso, come abbiamo scritto, dopo la separazione da Presta, è diventato il vero agente di Amadeus e il suggeritore dell’evento. L’intesa assoluta tra i due si giova anche del mandato di piena libertà concesso loro dagli attuali vertici (un anno fa c’era ancora Carlo Fuortes).

Prendiamo ieri sera. Con le esibizioni di solo metà delle canzoni in gara si sono aperti alcuni spazi grazie a Dio non per monologhi e prediche, ma per alcuni ospiti importanti. Il toccante racconto della malattia di Giovanni Allevi e l’esibizione di John Travolta, in occasione dell’imminente settantesimo compleanno. Mentre la partecipazione del pianista era già definita da tempo essendo nata proprio dalla frequentazione con Amadeus, l’incertezza riguardava che cosa fare con il divo hollywoodiano. L’ultima volta che venne all’Ariston, Festival 2006, la star di Grease si trovò a massaggiare i piedi di Victoria Cabello. In precedenza, ospite di Stasera pago io di Fiorello, aveva già riproposto i passi di ballo del Tony Manero de La febbre del sabato sera e, in altre occasioni, quelli del Vincent Vega di Pulp fiction. Dunque, che fare? «Fiorello mi ha detto di avere l’idea giusta», ha risposto Amadeus a precisa domanda in conferenza stampa. «È qualcosa che ancora non so», ha buttato lì. Difficile che davvero non lo sapesse. Più realistico che, come abbiamo visto, l’idea fosse farina di Fiore.

Di lui il direttore artistico si fida ciecamente perché ogni sua gag, ogni sua apparizione contiene il guizzo che dà plusvalore alla manifestazione. L’altra sera, sul lungo mantello che indossava davanti all’Ariston si leggeva: «Ama pensati libero, è l’ultimo». Un colpetto a Chiara Ferragni e un incoraggiamento all’amico per alleggerirne il carico. Poco più tardi si è presentato a sorpresa in platea per violare il patto di non salire fino a sabato sera sul palco, dov’è rimasto improvvisamente immobile come un avatar disobbediente dell’intelligenza artificiale. Intanto, dall’Aristonello, il vero Fiorello disconosceva il replicante impazzito. Poi, in piena notte, a Viva Raidue! Viva Sanremo! ha improvvisato un match di tennis con Marco Mengoni e letto i whatsapp di tutti gli amici nottambuli sintonizzati a quell’ora.

Le doti da grande intrattenitore dello showman siciliano sono note da tempo. Quelle da manager capace di leggere il contesto e le situazioni con lucidità lo erano meno. Invece, il nuovo Fiorello è anche capace di dare la linea cazzeggiando. Alla conferenza stampa di apertura del Festival, a un certo punto ha confessato: «Quest’anno non sta succedendo niente, l’ospite di sabato sera potrebbe essere il Codacons». Ecco perché Amadeus ha spalancato le porte dell’Ariston al movimento dei trattori. Serve un’intramuscolare di realtà per non restare confinati nella gara canora, per quanto di qualità. Le polemiche sono il sale di Sanremo e se mancano quelle c’è caso che gli ascolti ne risentano. Non è stato così finora (10,6 milioni di spettatori e 65,1% di share all’esordio) e questo Festival sta per fortuna riuscendo a dimostrare che si possono battere i record anche senza strappare foto di viceministri o simulare effusioni gaie in fascia protetta.

Invece domenica sera, in collegamento con Che tempo che fa, Fiorello aveva detto: «Questo è l’ultimo Festival, poi noi apriremo un profilo su Onlyfans in coppia, anche per rispetto del pubblico che non ne può più di Ama». Pur dette con tono leggero, sono parole di qualcuno che riesce a intravedere la conclusione di un ciclo e il rischio del rigetto. No, non apriranno una pagina su Onlyfans, Ama & Fiore. Più facile che realizzino un varietà insieme. «È un desiderio che l’ad Roberto Sergio ha manifestato qualche tempo fa», ha confermato Amadeus. «Ci piacerebbe, è possibile. Non c’è ancora l’intenzione», ha precisato. Se son rose, fioriranno.

Spegnendo le sirene di La7 e del gruppo Discovery che, pare, avrebbero delle mire su Fiorello.

 

La Verità, 8 febbraio 2024

 

Post scriptum A Viva Raidue! Viva Sanremo! Fiorello ha ammesso che la gag del ballo del qua qua con Travolta «è stata terrificante».Onore all’autocritica dello showman che stavolta ha floppato. Al punto che l’attore americano si è rifiutato di firmare la liberatoria per la diffusione della scena. 

Viva Rai2! si serializza con il controcanto di Fiorello

A una settimana dall’esordio della seconda stagione, quest’anno dal Foro Italico di Roma, si possono individuare alcune linee conduttrici di Viva Rai2!, il «mattin show» di Rosario Fiorello, Fabrizio Biggio e Mauro Casciari che, oltre a essere la cura ricostituente della rete, con le sue iniezioni di buonumore lo è anche per i telespettatori. Svegliarsi con la leggerezza del nostro miglior intrattenitore è un’ottima colazione, ma grazie a Raiplay, può essere una felice ricreazione fruibile anche nel resto della giornata.

Il programma è concepito come una serie a episodi con trame orizzontali e verticali, aperta dal riassunto delle puntate precedenti e da un’anteprima che precede l’alba e il varietà vero e proprio, in onda alle 7,15. L’affiatamento con le due spalle è un fatto assodato, ma il core business è la perenne ricerca del sorriso. «Parliamo di politica… La politica ci dà il buonumore». Le news tratte da giornali, siti e agenzie sono il pretesto per il controcanto di Fiorello che ribalta la versione ufficiale. «Quelli del Pd dicono: Elly non ci abbandonare… Ma Elly non ci abbandonare è anche lo slogan di Fratelli d’Italia». Del resto, «noi siamo TeleMeloni, altroché. Secondo voi perché siamo in onda? Perché sono amico della Meloni, con un altro governo mi davano Protestantesimo». Grazie all’amministratore delegato Roberto Sergio che «le ha sottratto l’agenda», sfodera «gli appunti di Giorgia». Contattare Max Tortora per organizzare scherzo telefonico a Putin, programmare i balletti di Luca Tommassini in prima serata per incrementare la natalità… È il contrappunto alla narrazione, i «se senza ma»…

Un’altra delle trame orizzontali è tirare la volata al Festival di Amadeus che dosa news e gag nel varietà dell’amico per tenere accesa la luce sull’Ariston. Stavolta annuncia la partecipazione di un nuovo talento alla finale Giovani del 19 dicembre, il pensionato Ruggiero Del Vecchio in versione rapper: Mi faccio il tatuaggio/ ti mostro il mio disagio/ in faccia sono grigio/ la macchina ti sfregio. L’ospite della puntata è Mahmood, altra evocazione sanremese, che intitolando una canzone Cocktail d’amore, come il brano di Cristiano Malgioglio del 1979, ne ha provocato le ire. Fiorello lo chiama in diretta e dopo quella tra Francesco Totti e Luciano Spalletti arriva un’altra riconciliazione. Ma non sono tutte rose e fiori. Papa Francesco ha detto che se ci sono figli capricciosi è perché i genitori sono capricciosi… «Infatti, il figlio di Renzi ha appena litigato con il figlio di Calenda».

 

La Verità, 14 novembre 2023

Lo show internazionale di Mika perfetto per Rai 1

Stile, eleganza, sensibilità. Alla fine vince su tutto la cifra del padrone di casa, il cantante showman libanese Mika, reduce da due ottime annate nell’X Factor di Sky, protagonista di questa nuova scommessa, una festa privata, un open party, un one man show con ospiti e amici per cantare e ballare e parlare di musica. Vincono il garbo e l’estetica del protagonista, un po’ Mago di Oz e un po’ Alice delle meraviglie, accompagnato dalla briosa Sarah Ferbelbaum, che vola leggero su qualche zeppa di cui è cosparso Stasera Casa Mika (Rai 2, ore 21.10, share del 14,4 per cento). Il monologo sul bianco di una carriera ferma che diventa colori nella sua prima canzone, quello sulle parole come ponti per costruire, il viaggio a Napoli e l’invito ai ragazzi del Sanitansamble per cantare, spericolatamente, Era de maggio, la giornata da tassinaro: c’è stupore e voglia di mettersi in gioco in questo racconto privato che sconfina nell’intimismo. Una biografia in musica impastata nella curiosità e nel talento. E pazienza per le ospitate di Pif e il suo promo al nuovo film, e di Marco Giallini che, per doveri aziendali, mette in scena se stesso, ovvero Rocco Schiavone, e la sua già stucchevole galleria di rotture di coglioni. E pazienza pure per l’omaggio un po’ forzato a Ugo Tognazzi e al Vizietto. Quando lo introduce, parlando di un caro vecchio amico, ci si aspetta il ricordo di Dario Fo, invece no: ma è difficile immaginare qualcuno di più lontano da Mika di Tognazzi. La leggerezza del padrone di casa passa sopra anche al cotroneismo latente (Ivan Cotroneo autore, insieme con lo stesso Mika, Tiziana Martinengo e Giulio Mazzoleni) e al fatto che, a ben guardare, un varietà così sfarzoso e nobilmente kitsch sembra essere nel giorno e forse nella rete sbagliata. Ha un impianto da sabato di Rai 1 questo show internazionale targato Ballandi, che cita Mina e Pino Donaggio al primo duetto con Malika Ayane, e la tv di Renzo Arbore, maestro di colori e goliardia, convocato per l’imprimatur al varietà «altro», capace di aggiornare le Sorelle Bandiera con la prostituta trans della strepitosa Virginia Raffaele: «Che fai Mika, ci provi? Tanto non ci crede nessuno». Più a suo agio la popstar quando c’è di mezzo il racconto in musica, come con la cantautrice italo-americana LP (Laura Pergolizzi), e soprattutto con Sting, splendido sessantacinquenne riconosciuto mostro sacro dopo il concerto per la riapertura del Bataclan a un anno dalla strage. Gran serata e grandi ospiti: non facile mantenere questo livello di partecipazioni nelle prossime serate. Però, auguri.

 

La Verità, 17 novembre 2016