Il circolo degli anelli riduce la differita da Tokyo
Diciamo la verità, con il fuso che ci rimbalza indietro di sette ore sull’orario delle gare di Tokyo, seguire queste Olimpiadi è tutt’altro che un esercizio riposante. Gran parte delle medaglie viene assegnata in piena notte e quando ci si alza i quotidiani sono già ampiamente sorpassati dagli eventi. Chi non deve andare presto al lavoro può vegliare per le gare più importanti, oppure registrarle e rivederle in differita mentre fa colazione, restando sconnesso per evitare gli spoiler del Web. Questa lunga premessa serve a dire che Tokyo 2020 che, causa Covid, stiamo vivendo in differita di un anno, è una manifestazione che anche televisivamente si fruisce in differita. Ecco perché assumono particolare rilevanza i contenitori che su Rai 2 aiutano a recuperare gli eventi agonistici, ma soprattutto le storie, i personaggi e i retroscena che vivificano le competizioni. Condotto da Alessandra De Stefano, Il circolo degli anelli è un talk show capace di mescolare competenza tecnica, approfondimento sul fattore umano degli atleti, il loro retroterra e le interviste ai familiari, madre di Federica Pellegrini compresa (tutte le sere, Rai 2, ore 21,15, share tra il 5 e il 7%, attorno al milione di telespettatori). A volte, soprattutto nella conduzione della De Stefano, volto del ciclismo di Rai Sport, affiora una narrazione molto mainstream, per esempio sulla cosiddetta «sessualizzazione» della ginnastica artistica o sul caso del ritiro di Simone Biles. Fortunatamente gli ospiti fissi del programma si chiamano Sara Simeoni, Domenico Fioravanti e Yuri Chechi, tre campioni medaglie d’oro olimpiche che, in virtù della loro esperienza, riescono a smontare con l’ironia ogni inclinazione retorica. Con i suoi brevi interventi, l’olimpionica di salto in alto è ormai diventata una figura di culto tanto che alcuni telespettatori insistono perché apra un account Instagram. Chechi, invece, non si tira indietro quando ci sono da mettere i puntini sulle i. Come quando ha criticato l’ingresso dello skate board e del surf tra le discipline olimpiche. O quando, all’ennesimo elogio di Paola Egonu, quale grande artefice dei successi della pallavolo femminile, ha sottolineato che con lei c’è tutta una squadra di primissima qualità. Ma niente dibattiti, per fortuna. Il circolo degli anelli preferisce surfare sull’onda della curiosità con gli inserti «in dad» di Ubaldo Pantani che ripropone brevi aneddoti di Olimpiadi del passato. O con le finestre da Tokyo della scrittrice Laura Imai Messina, che ogni sera ci regala piccoli assaggi fiabeschi di cultura giapponese.
La Verità, 29 luglio 2021