La congiura contro il Duce narrata come un thriller
Con La lunga notte – La caduta del Duce si definisce ulteriormente il focus della Rai sulla storia d’Italia, iniziato con la trasposizione, appunto, de La Storia di Elsa Morante. Come già la serie diretta da Francesca Archibugi, nell’intento di avvicinare il pubblico più giovane anche questa è stata resa interamente disponibile su Raiplay dopo i primi due episodi trasmessi lunedì (Rai 1, ore 21,35, share del 19,8%, 3,6 milioni di telespettatori). Ma, ora che Rai Fiction sperimenta modalità «da piattaforma digitale», anche i fruitori tradizionali non devono attendere a lungo perché gli ultimi quattro capitoli sono stati programmati per ieri sera e stasera.
Coprodotta dalla Eliseo Entertainment di Luca Barbareschi con la regia di Giacomo Campiotti, obiettivo della serie è raccontare le settimane che portarono alla caduta del regime e alla destituzione di Benito Mussolini (Duccio Camerini) nella notte tra il 24 e il 25 luglio 1943, al termine della tumultuosa seduta del Gran consiglio del fascismo voluta da Dino Grandi (Alessio Boni). È il presidente della Camera il protagonista della congiura contro il Duce, convinto com’è che, mentre gli anglo-americani sono già sbarcati in Sicilia, Mussolini non abbia più il controllo della situazione e stia portando il Paese alla distruzione. Così, nonostante la moglie (Anna Caterina Morariu) gli consigli prudenza, Grandi segue il suo istinto anglofilo, con l’ambizione di sostituirsi al capo che sta esautorando. Cerca i favori di Vittorio Emanuele III (Luigi Diberti) e trova la convergenza parallela di Maria José del Belgio (Aurora Ruffino), la quale manovra a sua volta per la caduta del Duce e l’ascesa del marito, Umberto II di Savoia (Flavio Parenti). Dal canto suo, Mussolini si trincera negli splendidi saloni di Palazzo Venezia, dove riceve le visite di Clara Petacci (Martina Stella) e impartisce ordini all’Ovra per punire i nemici. Pur sessualmente vivace e politicamente tenace, è un dittatore in declino, già malato di ulcera, assillato dalle richieste dell’amante e della figlia Edda che dilapida fortune a poker, ma chiede ruoli di maggior prestigio per il marito Galeazzo Ciano (Marco Foschi). La guerra è sullo sfondo se si eccettua il bombardamento del quartiere San Lorenzo, appena visto ne La Storia. E tutta l’azione si svolge in una Roma percorsa dagli intrighi interni a un potere ancora esteticamente prorompente, rappresentato con cura di dettagli. Ma, in realtà, decadente perché minato da dissensi e ambizioni personali crescenti. Un fascismo da camera, con donne assai intraprendenti, gerarchi senza adunate, regime senza popolo.
La Verità, 31 gennaio 2024