La Mannoia post ideologica ci sta su Rai 1

Insomma, esiste un’altra Fiorella Mannoia. Non quella delle battaglie politiche, del benpensantismo sinistreggiante, del boldrinismo alla moda, del femminismo di ritorno. Per dirla secca: quella ideologica. Ne esiste un’altra: romanesca, autoironica, sentimental-esistenziale. L’abbiamo vista sabato sera su Rai 1 (share del 21.6%) prendersi in giro, accettare di passare per sciroccata, farsi portar via la conduzione da Fabrizio Frizzi, giocare sul bruciante secondo posto dell’ultimo Sanremo, duettare con Marco Giallini e Sabrina Ferilli. Giocare, in sintesi, come si era capito dai promo che avevano tirato la volata allo show di prima serata sulla rete ammiraglia (via i riccioli rossi, punta sulle tue canzoni allegre…). Roba da intimidire. A trasmettere certezze c’è, però, la scatola collaudata da Rai 1 per questo tipo di occasioni. Il lato pedagogico della serata è limitato al muro sul quale gli ospiti sono invitati a lasciare un pensiero, una riflessione. Solo un contrappunto, per fortuna. Il copione scivola via tra tante canzoni e tanti ospiti, tutti di primissimo piano, tra duetti e brevi intermezzi parlati. Si comincia con la citazione di riferimento, Insieme di Mina, per ricordare la miglior tradizione del varietà del sabato e della grande musica italiana. La vita dei cantanti è fatta di canzoni, butta lì Fiorella. Nel suo caso, Quello che le donne non dicono, C’è tempo, Che sia benedetta, canzoni di riconosciuta profondità, merito degli autori, da Enrico Ruggeri («Tu mi hai cambiato la vita», lo omaggia lei) a Ivano Fossati, presenti per affetto e sintonia. Persino Combattente, incastonata tra un video di Alex Zanardi e l’intervista a Federica Pellegrini, svela screziature esistenziali più che ideologiche. Nel palinsesto sempre più musicale di Rai 1 questa Fiorella Mannoia non fa una grinza.

La Verità, 19 settembre 2017