Le visite guidate di Morgan nelle canzoni, opere d’arte
Ormai Marco Castoldi, in arte Morgan, è diventato un piccolo caso dell’altrettanto piccolo circuito dello spettacolo e della comunicazione nostrani. Come Jessica Rabbit, egli lamenta di esser vittima del disegno dei media: non ha certo chiesto di fare il Festival di Sanremo e però, se in futuro glielo proponessero accetterebbe, «perché non ho assolutamente rivali». E potrebbe pure essere vero quanto a cultura musicale e capacità affabulatorie. E molti degli addetti ai lavori ne sono pure convinti. Quello che non gli si perdona è il fatto che lui lo dica, senza troppe precauzioni. La schiettezza non è sempre ben accetta. Nel piccolo circuito dello spettacolo e della comunicazione nostrani non si metabolizza l’assenza di diplomazia. Così, a seguito di un giudizio critico sulla canzone sanremese di Marco Mengoni e di una velata accusa di presunzione («se la tira») a Madame, i due hanno declinato l’invito a StraMorgan, il programma in onda da lunedì per quattro seconde serate su Rai 2. Fin qui i «no» resi pubblici, per dire della farraginosità dei rapporti tra l’ex leader dei Bluvertigo e i suoi colleghi. Se poi ci si mette che non fa mistero di scambiare whatsapp con la premier Giorgia Meloni, ecco che tutto concorre a catalogarlo come figura divisiva. Nulla di grave, ma è giusto conoscerne i motivi. Da sempre Morgan non le manda a dire e così anche la sua qualità artistica paga un prezzo rilevante a come viene raccontata.
StraMorgan è un breve corso di lezioni su quattro grandi autori e interpreti della canzone italiana (Domenico Modugno, Umberto Bindi, Franco Battiato e Lucio Battisti) condotta in coppia con Pino Strabioli (share del 3,4% per 344.000 telespettatori). Un prodotto di nicchia, per palati raffinati. Un gioiellino, un prezioso per collezionisti, confezionato con l’orchestra dei talenti dei conservatori e la sua band. Questo Morgan sbiancato e bistrato come una sorta di menestrello, quasi un Pierrot fra teatro e musica, ci accompagna nelle visite guidate dentro le canzoni, le suggestioni e gli incontri che le animano. Perché la canzone non è appena un assemblaggio di testi e musica, un algoritmo adattabile ai diversi imprinting, un prodotto generazionale da dividere in generi. È molto di più. Una magia, uno svelamento, un sogno, un tizzone di poesia. E anche se Un uomo in frac e Meraviglioso le abbiamo sentite e scandagliate mille volte, Morgan ce le presenta come opere d’arte collegate tra loro, in un rimando tra nichilismo e stupore, tra disperazione e gratitudine. Così che possono essere ancora attuali, scavalcare decenni e continenti. E Modugno può incontrare Elvis Presley.
La Verità, 12 aprile 2023