Di nuovo (neanche tanto) c’è il flop della D’Amico

Di nuovo c’è il flop clamoroso di Ilaria D’Amico. Un flop personale, purtroppo. Uno sprofondo di ascolti all’1,7% (299.000 telespettatori) che ha precipitato Rai 2 all’ultimo posto delle nove reti generaliste, quasi doppiata anche da X Factor su SkyUno. A ben guardare, il disastro è nuovo ma non nuovissimo perché già al debutto, settimana scorsa, Che c’è di nuovo aveva raggranellato appena 349.000 persone per uno share del 2,2%. Alla seconda puntata si è riusciti a far peggio e ora il disastro è difficilmente rimediabile anche con i buoni uffici del Corriere della Sera, sensibilizzato dalla doppia ospitata di Ferruccio De Bortoli alla prima puntata e di Paolo Mieli alla seconda. Vien da pensare che ci sia un problema di credibilità della conduttrice.

L’esordio di Che c’è di nuovo era stato preparato con cura, per sbarcare al giovedì, tradizionale giorno santoriano, e dare anche alla seconda rete un programma a metà fra il talk e il magazine, con servizi e reportage, commenti e brevi testimonianze. Insomma, un mix caro ad Alessandro Sortino, ex iena, già conduttore e autore dell’interessante ma sfortunato Nemo (poi Nemo, nessuno escluso con Enrico Lucci al timone). E dunque, c’erano un sacco di aspettative sul ritorno in video della signora Buffon, già volto di SkySport con ambizioni da conduttrice di talk d’attualità – e chissà se di vero upgrade si tratta.

Eppure. «Mi ero presa un anno sabbatico per la famiglia», aveva confidato. Ma quando «la Rai è arrivata  a gennaio con l’idea di riportarmi a essere un punto di riferimento dell’informazione» non ha saputo resistere. Trascurando il fatto che per riportarla a essere «punto di riferimento» bisognava che prima lo fosse stata, va detto che «a gennaio» la sezione Approfondimenti della Rai era diretta da Mario Orfeo, tifosissimo juventino e grande amico di Massimiliano Allegri e Gianluigi Buffon. E così, ora, Antonio Di Bella, che nel frattempo gli è succeduto, ha fatto buon viso…

Nella puntata d’esordio, per commentare i reportage dalla Russia e dall’Ucraina, inusualmente accovacciato sui gradini dello studio accanto alla signora, c’era De Bortoli: «Dimmi Ferruccio», «Cosa ne pensi, Ferruccio… Vedendo l’esercito ucraino contrattaccare non ti è venuta in mente l’offensiva dell’esercito del Vietnam?». «Non sono due eventi paragonabili», aveva risposto paziente l’ex direttore del Corriere. Poi erano sfilati Maurizio Landini, Guido Maria Brera, Kim Rossi Stuart. Attorno al tavolo c’erano Gerardo Greco, Stefano Zurlo, Valentina Petrini (anche lei ex Nemo) e Francesco Giubilei (presidente di Nazione futura). Un gran dispendio di energie e intelligenze, affidate alle sintesi di D’Amico.

Per la seconda uscita, invece, si è scelto un tema ­- la paura e le paure – per unificare la narrazione. Lunghi servizi sulla notte di Hallowen, un reportage di Daniele Piervincenzi sui ragazzi che bloccano il traffico per sensibilizzare sull’emergenza ambientale, un altro sul rave party di Modena. Spariti Zurlo e Greco, sui gradini si è sistemato Mieli – «Dimmi Paolo», «Cosa dici Paolo» -, Paolo Scaroni, deputy chairman di Rothschild, si è fatto intervistare sul tetto al gas e la crisi energetica, il sociologo Domenico De Masi ha risposto su reddito di cittadinanza e problemi connessi. Un altro parterre de roi messo nelle mani di Ilaria D’Amico.