Le differenze non solo tecniche tra Juve e Milan
Poche, schematiche, considerazioni su Juventus-Milan finale di Coppa Italia, partita di non svolta della stagione rossonera.
Alcune differenze tecniche, qualcuna evidente qualcun’altra meno, e un paio di considerazioni finali.
Le parate di Gianluigi Buffon sui tiri di Cutrone e Suso e quelle di Gianluigi Donnarumma sul tiro di Douglas Costa e sul colpo di testa che ha portato al terzo gol.
I corner battuti da Pjanic sul dischetto del rigore e quelli battuti da Suso in zona morta, tre metri prima del primo palo.
I cambi della panchina: nella Juve Higuain per Dybala, nel Milan Kalinic per Cutrone (che non aveva sfigurato).
La persistente povertà di schemi offensivi del Milan, sempre in balia dell’estro altalenante di Suso, se si esclude il tiro da fuori area.
Certamente è anche una questione di maturità e di esperienza che manca alla squadra di Gattuso (lui compreso). Ma, in parte, è anche una questione tecnica.
Se, per la maturazione, basteranno quattro innesti lo capiremo dalle sfide da brividi con Atalanta e Fiorentina. Politano sarebbe una buona idea per cominciare (se qualcuno a caso non si metterà di traverso), poi un centravanti da 20 gol e due centrocampisti di qualità e quantità.
Infine, converrebbe blindare qualche elemento, tipo Jack Bonaventura, assistito dall’ineffabile Mino Raiola e corteggiato dalla medesima Juventus. Considerando la rosa bianconera tra centrocampisti, trequartisti e ali, alla corte di Allegri il buon Jack una decina di partite l’anno riuscirebbe a giocarle. Forse.