Un poliziesco classico in salsa etnico-arcobaleno

Gli uomini, le persone, non sono come sembrano. È l’unica, scomoda, certezza alla quale è giunto Luca Travaglia (Edoardo Leo), ex ispettore dell’antiterrorismo a Roma che non riesce a rifarsi una vita a Milano dopo aver commesso l’errore che ha prodotto morte e feriti nell’attentato a un’ambasciata durante la visita di un importante ministro africano. La prima vittima è stata Kadijha (Lavinia Longhi), ex compagna di Travaglia, donna dalla doppia identità di cui, sbagliando, lui si è fidato. La seconda è il collega Bonetti (Mattia Mele) che nell’esplosione ha perso l’uso delle gambe. Tre anni dopo quella tragedia troviamo l’ex capo dell’antiterrorismo nei panni di un bodyguard dei Navigli che, ospite del meccanico d’auto cingalese Palitha (Hassani Shapi), lenisce nell’alcol l’incapacità di perdonarsi la svista che gli ha rovinato la vita.
Nella periferia milanese popolata di magrebini, gestori del racket del fumo, gioiellieri che nascondono loschi traffici, c’è molto da fare per uno che «è bravo in queste cose». La furbizia interessata dell’intraprendente Palitha è la leva giusta per tirare fuori Travaglia dalle paludi dell’anima. In quel sottobosco di poveracci e marginali che non se la sentono di rivolgersi alla polizia ci sono tanti potenziali clienti dell’agenzia investigativa «Il clandestino», di cui il lungimirante meccanico intravede il profittevole business. Anche Maganza (Fausto Maria Sciarappa), ex superiore e tuttora amico di Travaglia, s’impegna a sostenerne la risalita procurandogli la protezione della moglie di un politico (Alice Arcuri), una donna dell’alta borghesia, perfetta come compensazione in una sceneggiatura con troppi poveri cristi.
Coprodotto da Rai Fiction e Italian International Film, prodotto da Fulvio e Paola Lucisano, Il clandestino – Un investigatore a Milano è una serie in sei episodi diretta da Rolando Ravello (Rai 1, lunedì, ore 21,40 – sempre più tardi – share del 19,6%, 3,6 milioni di telespettatori). Dopo l’abbuffata di vicequestori, sostituti procuratori, ispettori e commissari rigorosamente femmine alfa, un maschietto torna protagonista di un poliziesco tra case di ringhiera e officine sgangherate, sociologicamente calibrato in salsa multietnica. E se Leo ha la faccia giusta per interpretare l’ombroso poliziotto che combatte con i suoi fantasmi, tuttavia non è il caso di farsi troppe illusioni. Cadono subito appena si scopre la pleonastica omosessualità di Maganza, appiccicata giusto per soddisfare le quote da narrazione arcobaleno, ormai tiranniche anche nella fiction di Rai 1.

 

La Verità, 10 aprile 2024