L’addio a Berlusconi di un alieno Mediaset

È stata una scelta indovinata affidare a Toni Capuozzo il ricordo di Silvio Berlusconi, quello che nel gergo giornalistico si chiama coccodrillo. Una lunga lettera trasmessa dalle reti unificate Mediaset (come tutta la programmazione di giornata) rivolta al fondatore dell’impero dal più periferico, meno milanese e globalizzato tra i giornalisti del gruppo. Richiamato dalla pensione (nel suo Friuli), come certi poliziotti indispensabili a risolvere l’imbarazzo dei momenti complicati. Una lunga lettera scritta a penna stilografica, in perfetto stile analogico novecentesco che il destinatario avrebbe gradito tanto quanto la scelta dell’autore di dargli del tu. Una lunga lettera di gratitudine e senza inutili infingimenti. Scritta su una panchina inondata dal sole di una giornata primaverile e recitata muovendosi nei luoghi della costruzione e dell’affermazione dell’impero. Il posto dove nacque, Via Volturno 34 a Milano, Cologno monzese, lo stadio San Siro (con il nome originale), su un ponte di Milano 2, la cittadina satellite costruita in una delle sue tante vite da imprenditore, allora immobiliarista… E basterebbe la semplicissima invenzione di abolire i semafori, la vita di suo è già così fitta di stop and go, che eliminare quelli della circolazione stradale basta a consegnarci il genio visionario dell’ideatore. Ci volevano la barba ispida e soprattutto le occhiaia segnate di uno che ha visto i posti più angoscianti e i conflitti più cruenti degli ultimi decenni in giro per il mondo, per raccontare la guerra combattuta in questi stessi decenni da Silvio Berlusconi contro i poteri forti, la magistratura, i giornali e gli editorialisti più acuminati. Ci voleva il giornalista meno allineato ai cliché estetici del berlusconismo perché la gratitudine risultasse più spessa. Capuozzo avrebbe potuto calcare i toni sull’accanimento delle toghe, sulle cadute delle cene eleganti o, al contrario, sui trionfi nella guerra dell’audience e della cavalcata rossonera. Invece, ha raccontato soprattutto l’avventura di un uomo, di un sognatore che ha lasciato a tutti, come ultimo regalo, la vista di un immenso prato punteggiato di tulipani multicolori.

P. s. Nel diluvio di servizi, speciali, approfondimenti, opinioni e dossier si è distinta la qualità del parterre convocato da Bruno Vespa nello Speciale Porta a Porta per riflettere sull’eredità dello scomparso. Al fianco del conduttore si sono rivisti il canuto Pierferdinando Casini, l’incenerito Massimo D’Alema e l’ormai brizzolato Matteo Renzi. Sfumature di grigio e di autorevolezza.

 

La Verità, 14 giugno 2023