Notizie alla rinfusa nel tg emozionale ma in trincea

I titoli sono scomparsi. Al loro posto c’è la copertina. Un fotoreporter che si aggira tra le macerie, una colonna di fumo che esce da un palazzo, i vigili del fuoco che intervengono… Non si capisce dove siamo, né chi sia l’autore del servizio, che però vediamo in faccia mentre si autoinquadra col telefonino. Benvenuti al Tg1, la testata più emozionale del bigoncio atlantista. Tocca al conduttore in studio rendere edotti i telespettatori del contesto delle immagini di apertura. Ma ora via alla sequenza delle notizie: una frase motivazionale del presidente Sergio Mattarella, l’uccisione dei cameraman di Fox News, Volodymir Zelensky che ammette che l’Ucraina non può entrare nella Nato, l’annuncio da Bruxelles del prossimo vertice dei capi di Stato occidentali, la repressione della giornalista che ha contestato l’informazione del telegiornale russo con relativo commento in studio del corrispondente da Mosca Sergio Paini (a proposito, news sul titolare dell’ufficio Marc Innaro, mentre tutte le altre testate hanno ripreso a trasmettere dalla capitale russa?).

È l’inizio di un’edizione delle 20,30 del telegiornale diretto da Monica Maggioni. Non c’è gerarchia delle notizie, non c’è ordine; come quello che per esempio darebbe la lettura dei titoli. Dopo dieci minuti di notizie alla rinfusa, tra servizi «dal fronte» di inviati-corrispondenti-fotoreporter-giornalisti arruolati per l’occasione, collegamenti dalle capitali europee o con qualche esperto al quale fare una sbrigativa e generica domanda, nonostante il conduttore si affanni a dare una logica alla «narrazione», il telespettatore disorientato ha pure bisogno di sedare il capogiro. Fortuna che si chiude soavemente, con una poesia o un brano musicale… È il tg con l’elmetto nella variante sentimentale del coro. Problemi non ce ne sono, la linea va seguita senza tentennamenti anche se rispetto alle idi di marzo del 2021, gli ascolti dell’edizione serale calano di 600.000 unità. La neodirettrice ha deciso di talkizzare il tg con l’atlantismo più agguerrito (rinforzando sorprendentemente l’ufficio londinese con Natalia Augias). Lo riprovano gli speciali Tg1 che occupano lo spazio di Unomattina. Nel talk, Maggioni anima lo show contornata da schermi, grafici e ospiti ai quali, con gestualità magniloquente e indaffarata dà alternativamente la parola. «Vediamo la linea ferroviaria che è stata bombardata e che rappresenta un po’ la via di comunicazione in Ucraina, non è vero Sergio?». Chissà, alla fine, forse la faccenda è tutta qui. Nella differenza tra la rappresentazione e l’essere.

 

La Verità, 17 marzo 2021