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Milena chiede la striscia dopo il Tg1. Orfeo che fa?

Il tempo stringe e il caso Gabanelli diventa ogni giorno più complicato. Secondo fonti ben informate la giornalista ed ex conduttrice di Report ha chiesto di tornare in video. Non un «video qualsiasi», bensì una striscia quotidiana dopo il Tg1. Alla maniera del Fatto di Enzo Biagi, per intenderci. Oppure di Pigi Battista e poi di Giuliano Ferrara con Radio Londra. L’idea sarebbe quella di portare su Rai 1 la politica, l’economia e l’attualità con lo stile asciutto e documentato degli articoli che scrive per il Corriere della Sera. Si attende la risposta del direttore generale Mario Orfeo e della presidente Monica Maggioni.

Manca una settimana alla fine del periodo di aspettativa senza stipendio, deciso da Milena Gabanelli contestualmente al rifiuto della condirezione di Rainews24 con delega all’informazione online. Ma del famigerato Piano per l’informazione, all’interno del quale la giornalista dovrebbe trovare la sua collocazione, non si hanno notizie. Con l’avvicinarsi delle elezioni tutto fa pensare che telegiornali e programmi di approfondimento siano intoccabili. L’imminente campagna elettorale, con inevitabile par condicio, sconsiglia innovazioni. Sotto i diktat renziani, non s’è fatto nulla prima perché c’era il referendum costituzionale, figurarsi ora.

In fondo, non c’è da meravigliarsi: il Piano per le news ha provocato una morìa in Viale Mazzini. Sia Carlo Verdelli che lo stesso Campo Dall’Orto sono caduti su questo. Pietra d’inciampo proprio la nomina a direttore di Gabanelli con l’assegnazione una testata autonoma per rifondare l’informazione online sulla quale il servizio pubblico è in pesante ritardo. A fine agosto Carlo Freccero aveva tentato una mediazione proponendo la condirezione di Rainews24. Ma, dopo che il Cda e il dg l’avevano fatta propria, Gabanelli aveva declinato: «Non metto la faccia su un progetto che non firmo. Mi autosospendo». Ora ecco la richiesta di «venire dopo il tg». Del resto, sia Mediaset con Dalla vostra parte su Rete 4, sia La7 con Otto e mezzo, hanno la striscia di approfondimento dopo i telegiornali. La Rai no. Ma, considerato lo zelo di certi vigilanti renziani, c’è da scommettere che continuerà a esserne priva. Con il rischio di vedere un’altra grande giornalista accasarsi altrove.

La Verità, 24 ottobre 2017

I 4 motivi del declino di Campo Dall’Orto

L‘ennesimo tentativo di mettere «i partiti fuori dalla Rai» è finito nel solito modo. Stavolta la resa è ancora più clamorosa perché, per riformarla, proprio la politica nella persona dell’ex premier Matteo Renzi, aveva, con un’apposita legge, trasformato il direttore generale in amministratore delegato. Salvo poi pentirsene, appena constatato che l’uomo incaricato voleva davvero lasciare i partiti fuori dalla porta. È la prima volta che un leader politico silura il manager prescelto. Tanto più in un momento in cui i numeri dell’azienda, ascolti e introiti pubblicitari, risultano positivi. Teoricamente tutto potrebbe raddrizzarsi dopo l’incontro di Antonio Campo Dall’Orto e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Ma la sensazione è che i margini di manovra del Superdirettore resterebbero minimi. Difficile che lo spirito zen basti a resistere.

Ecco una breve lista dei motivi che, dopo la resa di Carlo Verdelli, hanno determinato anche il tramonto di CDO. Con relativa percentuale.

Michele Anzaldi, portavoce di Matteo Renzi

Michele Anzaldi, portavoce di Matteo Renzi

  • Arroganza della politica. Cioè, nella fattispecie, dei renziani. Lo si è già detto e scritto a ripetizione: la maggiore indipendenza della Rai equivale al suicidio dei politici. Gli uomini del Palazzo sono abituati a spadroneggiare, decidere nomine, fare e disfare direttori e conduttori. Nel caso specifico, Michele Anzaldi e i suoi soci in Vigilanza e nel Cda non hanno tollerato soprattutto la gestione di Rai 3. Lo spazio conquistato da Bianca Berlinguer dopo il flop di Gianluca Semprini a Politics; l’autonomia di Report, libero di fare giornalismo d’inchiesta senza riverenze; il progetto di affidare a Milena Gabanelli la direzione della nuova testata d’informazione sul web. Indipendenza? Autonomia? Non scherziamo. È un caso che il capolinea arrivi quando si deve votare sulle news e alla vigilia di elezioni molto incerte? La verità è che Campo Dall’Orto non era abbastanza asservito. Oltre l’ultima spiaggia. 50%
  • Ambizioni del presidente. Dopo aver determinato l’isolamento di Carlo Verdelli, costretto alle dimissioni in seguito alla bocciatura del suo piano dell’informazione (che non ha potuto illustrare in Cda), Monica Maggioni ha votato contro anche la versione prodotta da Campo Dall’Orto. Bocciata anche la scelta di Milena Gabanelli alla direzione della testata web. La presidente-giornalista voleva farlo lei il piano per le news? Dark lady. 20%
Monica Maggioni, presidente della Rai

Monica Maggioni, presidente della Rai

  • Gestione confusa e ostacolata. Probabilmente, al di là dei suoi interessi di portafoglio, ha ragione Fabio Fazio a lamentare che mai come in questo periodo l’attacco della politica è stato pesante. Prima la bomba dei compensi per dirigenti e artisti (nemmeno alla Bbc le star hanno il tetto), poi quella delle troppe assunzioni esterne, infine quella della pubblicità contingentata per fasce orarie. Non era facile sciogliere tutti questi nodi. Groviglio inestricabile. 15%
  • Ingenuità di Campo Dall’Orto. In questa situazione serviva fare squadra, tessere alleanze interne, soprattutto nel Cda. Non averlo fatto per un difetto di sagacia è stato il principale errore del dg. Troppo educato, troppo per bene, per resistere e governare la nave nella tempesta, in mezzo a troppi giochi di potere. Campo Dall’Orto parlava di media company, i pasdaran renziani controllavano i troppi ospiti non allineati dei talk show. Tecnico, non politico. 15%

Campo Dall’Orto e Maggioni vincono il Million Dollar Rai

Gol in contropiede e pronostico ribaltato. Sembrava che i dirigenti della Rai fossero attanagliati dall’incombere del Piano per la Trasparenza voluto dalla nuova legge di riforma della tv pubblica (e sollecitata da alcuni politici) Continua a leggere