Qualcuno dica a Insinna dove andare a parare

Quadratura complicata. Scommessa ardita. Combinazione forzata. Mettere insieme calcio e varietà, pallone e intrattenimento. Raiuno e RaiSport, timonate dai nuovi direttori Andrea Fabiano e Gabriele Romagnoli, ci provano con Il Grande Match e Flavio Insinna. Se funzionasse farebbero bingo. Gli Europei durano un mese tondo e perché non sperare siano notti magiche. Se, per l’occasione, la Fiat lancia la Panda Azzurra e i giornali, Foglio compreso, si sperticano in speciali e monografie su Francia 2016, vuol dire che in tanti ci credono e il giro di soldi c’è. Cosa c’è di più popolare della Nazionale (Conte a parte)? E di più nazionalpopolare di Insinna? La ricetta è quella del minestrone. All in: partita, lezioncina tattica, amarcord, tifoserie delle squadre che hanno giocato, quiz, orchestrina con il medley delle canzoni del ’68, quando vincemmo, persino l’angolo cucina con Cesare Bocci e Arrigo Sacchi che non sopporta l’aglio.

Il cast completo del grande match

La partita è finita da mezz’ora quando finalmente compare il conduttore dietro la scrivania anni ’50  (ma per leggere i tweet ricorre a un avveniristico pc). Dall’altra parte, nella pay tv degli intenditori, Ilaria D’Amico post-maternità e i suoi sacerdoti (Vialli, Costacurta, De Grandis e il rumeno Chivu) hanno già sviscerato tutto e stanno per passare la linea a Alessandro Bonan per la seratona di calciomercato. Su Raiuno nel frattempo c’è stato lo studio con Marco Mazzocchi e Paola Ferrari e una scia interminabile di spot, promo, tg, ancora spot, sponsor… (Quanti telespettatori si son persi per strada? La coppia Bizzotto-Rambaudi se l’era cavata e Francia-Romania ha sfiorato il 31 per cento di share con 7,5 milioni di spettatori, mentre Il Grande Match si ferma al 13: 1,5 milioni). A questo punto l’inizio è un’estenuante passerella di opinionisti, ospiti, totem nazionali, giornalisti, ex campioni, volti di Raiuno, telecronisti… Una folla. Insinna è entusiasta, ce mette er core, cita papa Francesco, recita, esagera, galvanizza, euforizza. Tanto vale scoprire le carte e fare il presentatore fuor d’acqua, al contrario della Carpa-pea. C’è pure Paola Minaccioni per ricordare il padre massaggiatore della Roma, lacrimuccia inevitabile. Finalmente il collegamento con Casa Azzurri e l’Italia blindata, contizzata da Conte. Segue dibattito, questa Nazionale è la più debole della storia o no? Si ondeggia “tra il serio e il faceto”. Tra il tecnico e il caciarone, tra l’analisi e la polemica, il calciomercato e la balera. Per accontentare tutti: lettori della Gazzetta, donne annoiate, commissari tecnici da bar, calciatori di periferia, scapoli e ammogliati.

Per parlare di narrazione bisogna sapere dove si va a parare. Per vincere le scommesse ardite occorre avere il barlume di un linguaggio comune. Una cifra definita. Un carattere. Altrimenti le notti magiche rischiano di volgere in tragiche.