X Factor funziona, ma gli serve una rinfrescata
Siamo alla dodicesima edizione ed è inevitabile che una sottile patina di routine si sia posata anche sulla superficie scintillante di X Factor, obiettivamente lo show musicale più innovativo degli ultimi anni (Sky Uno, ore 21.19, share del 4.9%). Del resto, il meccanismo è quello e di lì non si scappa. Esibizioni dei concorrenti, giudizi dei giurati, televoto e ballottaggio finale tra i meno gettonati. L’altra sera gli otto candidati rimasti in gara presentavano i loro inediti, in alcuni casi essendone anche gli autori, in altri giovandosi di collaborazioni più o meno prestigiose. Gli ospiti della serata erano i Subsonica, che hanno presentato il nuovo album e la relativa tournée non senza una velata allusione politica («Cominciamo dall’Europa, una terra senza confini e veniamo solo dopo in Italia, piena di confini»), e gli Hooverphonic. Francamente, nulla di epocale.
Dopo che la stagione scorsa aveva registrato una certa dose di contrasti tra Manuel Agnelli e Fedez, propensi a una ricerca musicale più spinta, e Mara Maionchi e Levante, più favorevoli alle cover, quest’anno si è cercato di evitare conflitti e polemiche che avrebbero potuto rendere faticoso lo svolgimento della gara. Non sono mancate ugualmente alcune punture reciproche (anche l’altra sera tra Agnelli e Fedez), ma complessivamente la convivenza è rimasta all’interno di canoni costruttivi. La riconosciuta versatilità di Alessandro Cattelan ha sempre comunque sciolto i piccoli momenti d’impasse. L’innesto a metà percorso del buonista Lodo Guenzi, leader del gruppo Lo stato sociale, al posto di Asia Argento, accantonata per i noti motivi, ha reso ulteriormente prevedibili le dinamiche dietro il bancone. Rispetto a qualche edizione fa, quando giudici come Mika o Skin conferivano profilo internazionale al talent, adesso si privilegia l’immediatezza e la maggior presa su gusti e mercato discografico domestico. Anche il cambio di direzione artistica da Luca Tommassini a Simone Ferrari ha contribuito a confezionare uno show forse più elegante, ma di minor impatto scenico. Che l’eleganza non sia particolarmente apprezzata di questi tempi lo dimostra anche l’eliminazione di Renza Castelli della squadra di Fedez, interprete di Cielo inglese, un brano sofisticato, sicuramente eterogeneo rispetto al rap e al melodico dominanti.
In estrema sintesi, stiamo sempre parlando di uno spettacolo musicale di grande qualità, ma forse, per non adagiarsi troppo sui successi, urge una nuova iniezione di fantasia.
La Verità, 24 novembre 2018