Freccero lascia una rete tonica al successore

Più che un commiato, un arrivederci. Qualche giorno fa Carlo Freccero ha lasciato Rai 2 dopo un anno di direzione, iniziata all’insegna della rivincita sull’«editto bulgaro». Tra i primi progetti ipotizzati c’era il ritorno di Daniele Luttazzi dopo la chiusura, 18 anni prima, di Satyricon e le successive, fugaci e polemiche, riapparizioni. Non se n’è fatto nulla, nonostante l’impegno. Anche l’idea di una linea di controinformazione basata su blog e opinionisti alternativi non è decollata. Mentre il suggerimento di una striscia d’informazione post tg come quella che vantano La7 e Mediaset ha trovato un’attuazione troppo dimessa e priva di appeal.
L’anno di post-dottorato, anzi, di servizio civile gratuito causa legge Madia, era un tempo troppo limitato per riformare e rilanciare una rete generalista nell’era delle over the top (le piattaforme che forniscono contenuti attraverso la rete). Freccero è partito con una serie di eventi dedicati ad Adriano Celentano, Roberto Benigni, Beppe Grillo, la serata per Fabrizio De André, quella per Freddie Mercury in occasione del successo di Bohemian Rapsody, la riproposta di Ultimo tango a Parigi con sé stesso nel ruolo di critico e le serate omaggio a Gianni Boncompagni e Gianfranco Funari di Renzo Arbore e Enrico Lucci. L’obiettivo, raggiunto, era ricostruire, attraverso grandi biografie, la memoria storica di un pubblico generalista non nazionalpopolare. Poco alla volta, però, con l’introduzione delle strutture divise in macro aree che limitano l’autonomia delle reti, quello che sembrava un mandato per ridare identità a Rai 2, si è trasformato nella missione a riavvicinare il target giovanile. Superato non senza difficoltà lo spacchettamento di Nemo, nessuno escluso in Popolo sovrano e Realiti, con due diversi gruppi autoriali, Freccero si è concentrato su alcuni progetti ad hoc: la quarta stagione del Collegio, ambientata nel 1982, con la voce narrante di Simona Ventura, #Ragazzicontro, il docureality condotto da Daniele Piervincenzi, diario di un gruppo di adolescenti con tutte le loro aspirazioni e fragilità, e la serie Volevo fare la rockstar ambientata in Friuli, protagonisti alcuni anti eroi quotidiani, segnati da nevrosi e incertezze più che dai sentimenti perbenisti della borghesia. Se si aggiungono le nuove edizioni di The Voice of Italy e Pechino express, si può dire che la missione è compiuta: +0.41% dalle 21.30 alle 23.30 nel 2019 rispetto al 2018, e segni positivi anche nei target dei teenagers e dei giovani. Un bilancio forse meno strabiliante del previsto, ma solido e pronto a essere sfruttato da chi verrà dopo Freccero. Che aspettiamo presto impegnato in una nuova avventura.

La Verità, 4 dicembre 2019