La direzione erratica e disinvolta di Ilaria Dallatana
Alla faccia della “rete anticonformista”. Della tv contemporanea, in grado di rappresentare le dinamiche della società moderna. Raidue e la sua direttrice Ilaria Dallatana sono nei casini a causa della censura di un bacio omosessuale in un episodio della prima stagione della serie Le regole del delitto perfetto trasmessa venerdì scorso in prima serata. A qualcuno che l’aveva già visto su qualche tv a pagamento non è sfuggito il taglio delle effusioni tra Connor e Oliver (gli attori Jack Falahee e Conrad Ricamora) e si è scatenato un putiferio. “Eccesso di pudore di una funzionaria”, si è giustificata Dallatana. Rimarcando che la sua rete sta mandando in onda serie come Jane the Virgin che tratta di maternità surrogata, e sottolineando che “anche queste polemiche ci aiutano a prendere le giuste misure”. In attesa che ciò avvenga, Raidue ha deciso di mandare in onda la versione integrale dell’episodio.

Le effusioni tra Connor e Oliver in Le regole del delitto perfetto
Ieri, quando la polemica stava montando, un caro amico che capisce parecchio di televisione mi ha mandato un whatsapp: “figuraccia mondiale”. “So’ ragazzi…”, ho replicato io. Ma lui non ha desistito: “Il tentativo di metterci una toppa è peggio del buco”. In effetti, non è facile credere all'”eccesso di pudore di una funzionaria” che abbia agito in autonomia senza avvisare un superiore arrivando, per via gerarchica, fino al vertice della rete. E se anche la direttrice poteva non sapere, quanto meno bisogna ammettere che c’è un buco nel sistema. In ogni caso, Dallatana, che già alla presentazione dei palinsesti non aveva brillato per spirito di squadra, avrebbe fatto meglio ad assumersi la responsabilità dell’accaduto senza scaricare la colpa su “una funzionaria” bacchettona o troppo zelante. Quando succede qualche casino nei giornali, una querela per diffamazione o altro, il direttore responsabile (si chiama così non a caso) viene sempre coinvolto per omesso controllo. Nelle reti televisive, che non sono testate giornalistiche, invece non esiste il direttore responsabile. Il fatto, come dicevo, è che “so’ ragazzi…”. Non hanno acquisito piena contezza di cosa sia il servizio pubblico televisivo, pagato con il denaro del canone. Né di cosa sia “la prima azienda culturale italiana”.
Ricostruendo i primi mesi di direzione di Raidue viene alla mente la piccola serie di infortuni di Ilaria Dallatana. Con una certa disinvoltura, pochi giorni dopo il suo insediamento, la neodirettrice ricevette la visita congiunta in Viale Mazzini di Giorgio Gori, suo ex capo in Magnolia, e del potente agente delle star Beppe Caschetto, entrambi attivi nella Next14. Chi può impedire a un direttore di rete d’incontrare il fondatore ed ex capo della società fornitrice di un certo numero di programmi della sua nuova rete? La disinvoltura è la cifra distintiva di certi “ragazzi”. E accendendosi una sigarettina si fa presto a mandare in fumo qualche remora: figurati se non posso incontrare un mio ex amico… Ci mancherebbe, direttore. Sempre con la stessa disinvoltura si può anche nominare come vice un’altra persona – Francesca Canetta – ancora proveniente dalla solita società nella quale si lavorava gomito a gomito.
La disinvoltura è anche la superficialità erratica con la quale si abbassa la saracinesca su Virus di Nicola Porro, negandogli il prolungamento di qualche puntata sulle elezioni amministrative e il referendum britannico, pretendendo di accreditare il grande “spirito di collaborazione”, compendiato nella proposta di una rubrica alla domenica pomeriggio. Oppure è la sfortuna del primo programma della nuova gestione, il reality Il Collegio, casualmente assegnato alla società di produzione di cui sopra che, sempre casualmente, avrà come location un istituto di Bergamo, la città di cui Gori è sindaco. “Questa cosa del rapporto con Gori me la porterò dietro tutta la vita”, aveva risposto Dallatana a chi le faceva notare la curiosa coincidenza. Già, un amico è per sempre. La direzione di una rete, invece, per tre anni. Poi si cambia ancora, e chissà. Tuttavia, per quello che si è visto finora, la magnolizzazione di Raidue non sembra portare bene.