La7 vola e Santoro commette due errori in un colpo
Sarà il vento del No, sarà l’aria di crisi che aleggia nel Paese dalla Roma istituzionale alle periferie meridionali disprezzate da Chicco Testa, fatto sta che La7 è improvvisamente tornata ai momenti di gloria del 2011 quando mieteva ascolti e record sulla scia della crescita grillina e della campagna per le amministrative. L’altra sera DiMartedì di Giovanni Floris ha sfiorato il 10 per cento di share e i 2 milioni di telespettatori (per l’esattezza 9,64 e 1.958.000), primato assoluto da quando esiste. Il dato risulta ancor più significativo se confrontato a quello del concorrente di Rai 3, quel Politics condotto da Gianluca Semprini rimasto inchiodato al suo malinconico livello (2,61 per cento). Cioè: la congiuntura politica non favorisce tutti indiscriminatamente, ma chi sa fare tv. L’altra sera c’era la solita fulminante copertina di Maurizio Crozza (nei panni di Renzi: «Avete fatto un unico errore, mi avete lasciato vivo: adesso sarò il vostro incubo… Nascosto dietro un MacBookPro sbucherò all’improvviso e mi riprenderò gli 80 euro») e ospiti come Pierluigi Bersani, Mario Monti, Domenico Delrio, Maurizio Belpietro. Poco prima Otto e mezzo di Lilli Gruber aveva raggiunto il 7.81 per cento di share (ospiti Beppe Severgnini, Marcello Sorgi e Andrea Scanzi) e ancor prima il tg di Enrico Mentana il 6.57. Ma al di là di numeri e programmi specifici è tutto il palinsesto della rete di Urbano Cairo a scoppiare di salute. A cominciare dalle morning news di Coffee break e L’Aria che tira, per proseguire al pomeriggio con Tagadà di Tiziana Panella (che in questi giorni ha ospitato Carlo Freccero, Ferruccio De Bortoli, Vittorio Sgarbi, Gianfranco Pasquino, Pierluigi Battista). Lunedì sera, per esempio, Lilli Gruber con Massimo Cacciari, Antonio Padellaro e Matteo Richetti aveva ottenuto il 9.23 per cento e Piazza pulita di Corrado Formigli, con le interviste a Jean Paul Fitoussi e Davide Serra, si era assestata al 7.38, facendo risultare La7 quarta rete in primetime. Il fatto è che, considerata la lentezza di riflessi della Rai, e grazie alla presenza di Mentana, ormai commentatori, opinionisti e analisti sembrano averla eletta come tribuna preferita. È la rete all talk il posto dove esprimersi e argomentare sapendo di trovare visibilità e interlocutori qualificati. Spiace che Michele Santoro non abbia colto la tendenza. E, anzi, vittima dell’involuzione che lo sta attanagliando, intervistato a La Zanzara abbia parlato di «Cnn all’amatriciana». I dati di questi giorni lo smentiscono. E alla svista si aggiunge la gaffe. Un tempo qualcosa fatto «all’amatriciana» era sinonimo, negativo, di una cosa ruspante e casereccia. Ma dopo il terremoto Amatrice è meglio tirarla in ballo diversamente.
La Verità, 8 dicembre 2016