Chi era l’uomo Mike dietro Mister televisione
Mica le sapevamo tutte queste cose su Michael Nicholas Salvatore Bongiorno, in arte Mike, e solo Mike anche nel titolo della serie che le rivela essendo tratta da La versione di Mike, scritta a quattro mani nel 2007 con il figlio Nicolò. Un’autobiografia-miniera che racconta dall’infanzia a New York con i genitori che si separano all’arrivo a Torino, poi i primi approcci al giornalismo quando ancora si chiamava Michael Bongiorno (interpretato da Elia Nuzzolo), lo scoppio della guerra e la scelta di entrare nella Resistenza non da comunista, come precisa, il carcere a San Vittore e il lager, il ritorno a New York e le prime corrispondenze per The Voice of America fino alla chiamata in Rai di Vittorio Veltroni che gli suggerisce di semplificare il nome in Mike (Rai 1, lunedì ore 20,40 i primi due episodi al 19,5% di share con 3,4 milioni di spettatori).
L’escamotage narrativo della miniserie è un’intervista dell’affermatissimo, ma schivo, presentatore di Rischiatutto (ora impersonato da Claudio Gioè) a Sebastiano Sampieri (Paolo Pierobon), unica figura di fantasia della storia. Il dialogo scava ben oltre l’immagine pubblica del personaggio pop del proverbiale «Allegria!», oggetto di una fenomenologia antipatizzante di Umberto Eco quando Mike calcava gli studi della Rai, nata nel 1954, da sette anni appena. Perciò, le due serate vanno in onda in un tripudio di anniversari: un secolo dalla nascita del protagonista (26 maggio 1924) e dal varo della radio, dove iniziò, e settant’anni dal debutto della Rai. Eppure, Mike Bongiorno non è solo Mister televisione, iniziatore sia del servizio pubblico che della tv commerciale (ricominciando da TeleMilano), ma un uomo con un’intensa vita privata che voleva preservare. «A me piace parlare del mio lavoro, non di me», dice a Daniela Zuccoli (Valentina Romani), futura moglie, spiegando la riluttanza a concedere quella famosa intervista. E ancora, a Sampieri: «Non esageriamo con il Bongiorno a cuore aperto».
Diretto da Giuseppe Bonito, con Tomas Arana nella parte del padre, e Clotilde Sabatino in quella della madre, il biopic si avvale dell’interpretazione imitativa di Gioè, molto credibile nel riproporre mimica e parlata cadenzata di Mike. Una scelta per farlo sentire più vicino al grande pubblico che l’ha seguito per tanti anni.
***
Nella serata di prima programmazione su Sky Atlantic, il terzo e quarto episodio della serie a-ideologica Hanno ucciso l’uomo ragno hanno conquistato 603.000 telespettatori con un incremento del 30% assoluto rispetto ai primi due, già record di ascolti per le serie Sky degli ultimi otto anni.
La Verità, 23 ottobre 2024