Il cinema di Costanzo migliora L’amica geniale

C’è la lezione del neorealismo, c’è la sensibilità letteraria, c’è la capacità di definire i caratteri, c’è, infine, il cinema scolpito di Saverio Costanzo. Un cinema tridimensionale, che usa i corpi e la fisicità, e valorizza le pareti delle case, la polvere e i selciati delle strade della Napoli dei Cinquanta. È tutto questo e molto altro L’amica geniale, i cui primi due episodi, di otto, sono stati anticipati al cinema in questi giorni (dopo la presentazione ufficiale alla Mostra di Venezia). Perché, poi, c’è innanzitutto la storia di Lila e Lenù, le due amiche rivali cresciute insieme dalla prima elementare all’età adulta attraverso sessant’anni di cambiamenti e sconvolgimenti e rivoluzioni, narrata da Elena Ferrante nella sua quadrilogia.

La serie che andrà in onda in contemporanea su Rai 1 e sulla piattaforma di Timvision, oltre che su Hbo (si attende la definizione della data) schiera le nostre migliori eccellenze in materia essendo prodotta da Lorenzo Mieli e Mario Gianani per Wildside e da Domenico Procacci per Fandango, realizzata in collaborazione con Hbo, Rai Fiction, Timvision e Umedia, scritta dalla stessa Elena Ferrante, Francesco Piccolo, Laura Paolucci e Saverio Costanzo (Paolo Sorrentino e Jennifer Schuur sono produttori esecutivi). Il risultato è un prodotto di qualità e respiro internazionale, che ha tutte le carte per diventare l’evento della stagione.

Lenù e Lila, magistralmente impersonate da Elisa Del Genio e Ludovica Nasti, eterea e sognante la prima, scugnizza e olivastra la seconda, si conoscono sui banchi di scuola davanti alla maestra Oliviero (Dora Romano) che ne coglie subito i talenti, e diventano complici contro le bande dei maschi, in classe e fuori. Una complicità che le abilita a sfidare le tante insidie quotidiane, compreso lo strapotere di don Achille. Attorno a loro, «il rione» cerca di dimenticare le tragedie della guerra. Le famiglie numerose, il clan prepotente che osteggia gli umili, le mogli sottomesse e maltrattate, le bambine che non possono avanzare negli studi per dedicarsi alle faccende domestiche sono tratteggiati senza ridondanze. Indovinata anche la voce narrante di Alba Rohrwacher che accompagna il telespettatore nei pensieri di Lenù, la protagonista che ricostruisce la storia, nata dalla misteriosa scomparsa dell’amica. E che riesce anche a restituire la qualità letteraria del testo originale (a volte migliorandolo: «fermezza» invece di «determinazione»). Operazione nella quale Costanzo si è sempre mostrato abile.

 

La Verità, 4 ottobre 2018