I 4 motivi del declino di Campo Dall’Orto
L‘ennesimo tentativo di mettere «i partiti fuori dalla Rai» è finito nel solito modo. Stavolta la resa è ancora più clamorosa perché, per riformarla, proprio la politica nella persona dell’ex premier Matteo Renzi, aveva, con un’apposita legge, trasformato il direttore generale in amministratore delegato. Salvo poi pentirsene, appena constatato che l’uomo incaricato voleva davvero lasciare i partiti fuori dalla porta. È la prima volta che un leader politico silura il manager prescelto. Tanto più in un momento in cui i numeri dell’azienda, ascolti e introiti pubblicitari, risultano positivi. Teoricamente tutto potrebbe raddrizzarsi dopo l’incontro di Antonio Campo Dall’Orto e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Ma la sensazione è che i margini di manovra del Superdirettore resterebbero minimi. Difficile che lo spirito zen basti a resistere.
Ecco una breve lista dei motivi che, dopo la resa di Carlo Verdelli, hanno determinato anche il tramonto di CDO. Con relativa percentuale.
- Arroganza della politica. Cioè, nella fattispecie, dei renziani. Lo si è già detto e scritto a ripetizione: la maggiore indipendenza della Rai equivale al suicidio dei politici. Gli uomini del Palazzo sono abituati a spadroneggiare, decidere nomine, fare e disfare direttori e conduttori. Nel caso specifico, Michele Anzaldi e i suoi soci in Vigilanza e nel Cda non hanno tollerato soprattutto la gestione di Rai 3. Lo spazio conquistato da Bianca Berlinguer dopo il flop di Gianluca Semprini a Politics; l’autonomia di Report, libero di fare giornalismo d’inchiesta senza riverenze; il progetto di affidare a Milena Gabanelli la direzione della nuova testata d’informazione sul web. Indipendenza? Autonomia? Non scherziamo. È un caso che il capolinea arrivi quando si deve votare sulle news e alla vigilia di elezioni molto incerte? La verità è che Campo Dall’Orto non era abbastanza asservito. Oltre l’ultima spiaggia. 50%
- Ambizioni del presidente. Dopo aver determinato l’isolamento di Carlo Verdelli, costretto alle dimissioni in seguito alla bocciatura del suo piano dell’informazione (che non ha potuto illustrare in Cda), Monica Maggioni ha votato contro anche la versione prodotta da Campo Dall’Orto. Bocciata anche la scelta di Milena Gabanelli alla direzione della testata web. La presidente-giornalista voleva farlo lei il piano per le news? Dark lady. 20%
- Gestione confusa e ostacolata. Probabilmente, al di là dei suoi interessi di portafoglio, ha ragione Fabio Fazio a lamentare che mai come in questo periodo l’attacco della politica è stato pesante. Prima la bomba dei compensi per dirigenti e artisti (nemmeno alla Bbc le star hanno il tetto), poi quella delle troppe assunzioni esterne, infine quella della pubblicità contingentata per fasce orarie. Non era facile sciogliere tutti questi nodi. Groviglio inestricabile. 15%
- Ingenuità di Campo Dall’Orto. In questa situazione serviva fare squadra, tessere alleanze interne, soprattutto nel Cda. Non averlo fatto per un difetto di sagacia è stato il principale errore del dg. Troppo educato, troppo per bene, per resistere e governare la nave nella tempesta, in mezzo a troppi giochi di potere. Campo Dall’Orto parlava di media company, i pasdaran renziani controllavano i troppi ospiti non allineati dei talk show. Tecnico, non politico. 15%