«Io di nuovo in Rai? Nulla di vero, solite chiacchiere»
La più guardata dagli italiani e la più invidiata dalle italiane. Per la dolcezza, l’energia e la carica di sensualità che sprigiona. Il grande pubblico se n’è accorto all’ultimo Festival di Sanremo, quando è scesa dalla scalinata dell’Ariston cantando e ballando La notte vola. Poi l’abbiamo intravista ai funerali di Maurizio Costanzo e ora la seguiamo come una dei prof di Amici di Maria De Filippi. Lorella Cuccarini ha 57 anni, quattro figli e una serenità non comune.
Questo è il suo terzo anno come insegnate, ora di canto oltre che di ballo, del talent show di Canale 5: che aspettative ha?
«Non ho aspettative personali, la nostra missione è accompagnare i ragazzi a fare le scelte giuste e difenderli quando serve. Anche se lanciamo i guanti di sfida agli altri prof, noi insegnanti restiamo dietro le quinte».
Che cosa la guida nel rapporto con i ragazzi?
«Metto a loro disposizione il bagaglio di esperienza maturato in 37 anni di professione. E anche il buon senso acquisito come madre di giovani che hanno più o meno l’età dei concorrenti».
Che cosa serve per coltivare il talento?
«Impegno, lavoro, sudore. Essere spavaldi sul palco e umili fuori».
Si dice che i talent show siano una scorciatoia che evita la gavetta: cosa ne pensa confrontandoli con la sua formazione?
«Il momento storico in cui sono uscita io era molto diverso, i talent show non esistevano. C’erano i talent scout che andavano a caccia di giovani. Io ho avuto un percorso ancora diverso perché, grazie a Pippo Baudo, ho potuto approdare a Fantastico, facendo un salto nel buio. Da un giorno all’altro sono stata catapultata nel varietà più importante con l’esperienza di una ballerina di fila. Se guardiamo ai talent, i ragazzi possiedono già un loro bagaglio e poi hanno parecchi mesi per crescere ed emergere».
Quindi, non concorda con quella critica?
«No. I talent sono una strada che offre delle opportunità ai giovani che altrimenti farebbero molta fatica. La Rete è un’altra possibilità».
Nel mondo dello spettacolo il merito è rispettato?
«Domanda da un miliardo di dollari».
Rispondiamo con 100 euro.
«Nel nostro caso sì. Il percorso a imbuto di Amici impone i concorrenti che valgono. A volte alcuni ragazzi capiscono che non è ancora arrivato il momento giusto. Perciò, devono aspettare per emergere dopo».
In generale nel mondo dello spettacolo la meritocrazia vale o no?
«Bisogna capire i contesti. A volte vediamo delle meteore che conquistano velocemente la popolarità in tanti modi. Io sono una boomer e mi sfuggono alcuni meccanismi della contemporaneità. Tra popolarità e successo vero c’è una bella differenza».
Ripartiamo dalla sua apparizione sanremese: è la disciplina che la fa essere ancora sensuale?
«La disciplina e anche la serenità. Cioè, essere arrivata a un punto della vita in cui prendo con leggerezza quello che succede».
Ha superato anche momenti in cui questa leggerezza è stata messa in discussione?
«Soprattutto quando ero più giovane e avevo una certa ansia da prestazione. Pensi di non fare mai abbastanza… Poi, finalmente, arriva il momento in cui non devi dimostrare niente e puoi vivere la tua stagione con leggerezza».
Qualche anno fa ha subito anche un intervento alla tiroide.
«Quello è stato un periodo impegnativo. A quel problema fisico si era aggiunta la perdita di mia madre, la persona più importante nella mia vita. È stata anche una fase d’impasse professionale. Quando si mette tutto in discussione, di leggerezza ce n’è poca».
L’altro grande segreto è l’unità della sua famiglia?
«Credo sia l’elemento fondamentale».
È raro nel vostro ambiente un rapporto duraturo come quello che ha con suo marito, il produttore Silvio Testi.
«Il giorno del matrimonio eravamo in tre. Siamo entrambi cattolici e praticanti e quando abbiamo scelto di sposarci non eravamo soli. Credo che questo faccia un po’ la differenza nel momento in cui abbiamo scelto di camminare insieme. Le promesse che reciti davanti al sacerdote hanno un loro peso specifico».
Ora non siete più in tre.
«In sette, con i nostri figli».
Come riesce a gestire il ruolo di madre di quattro figli e una professione tanto impegnativa?
«Come tutte le donne del mondo, non mi pare di essere dotata di superpoteri. Oppure li hanno tutte le madri che lavorano».
Nel vostro ambiente, la durata del rapporto coniugale non è così scontato.
«Non solo nel nostro, purtroppo. Gestire la famiglia e lavorare, anche questo costa disciplina. È faticoso, ma è bellissimo».
Il fatto che non vi siate vaccinati è stata una scelta?
«Ci siamo ammalati tutti con la prima ondata e perciò siamo sufficientemente immunizzati. Mio marito non si è ammalato e si è vaccinato».
L’abbiamo vista molto partecipe ai funerali di Maurizio Costanzo: l’ha colpita qualcosa di quel momento?
«Ho pensato al dolore di Maria. Ero abituata ad apprezzare la sua vitalità nel lavoro e la sua capacità di esserci per tutti. Vederla così è stato un dolore. Mi ha fatto piacere constatare la vicinanza a lei di tantissime persone, non solo dello spettacolo, anche meno note, ma sempre partecipi».
Che cosa pensa dei selfie alla camera ardente ai quali si è sottoposta? Lei come avrebbe reagito?
«Solitamente faccio le foto con chiunque, in qualsiasi situazione personale. Ma in chiesa non mi è mai capitato e mi è sembrato di cattivo gusto. Non so come avrei reagito, spero di non trovarmici mai».
Quell’episodio indica la superficialità cui ci sta portando la società dello spettacolo?
«Secondo me la causa non è il mondo dello spettacolo, ma l’avvento dei social. Con un telefonino si può immortalare qualsiasi momento e questo ci porta a fare cose insensate».
I social sono parte dello società dello spettacolo.
«Si entra in un circuito, si cercano like facili e si fanno anche azioni inaccettabili sul piano umano. Non tutti abbiamo la stessa sensibilità ed educazione».
Ha notato qualche cambiamento in Maria De Filippi in queste settimane?
«L’ho ritrovata con la sua capacità di esserci. Ha detto subito: “Cominciamo a lavorare, perché è così che mi hanno insegnato”. Una frase che esprime il suo modo di elaborare il momento. Ho condiviso la volontà di ricominciare dalla nostra passione, dando il meglio di noi».
Qualche settimana fa si era parlato di un suo possibile ritorno in Rai: c’era o c’è qualcosa di vero?
«Non c’è nulla, tutti gli anni vengo citata con questo tira e molla».
Che differenza c’è tra lavorare a Mediaset e alla Rai?
«Bisogna tener conto dei momenti storici. La Rai di Fantastico è stata la mia prima casa, furono anni esaltanti e bellissimi. L’ultimissima esperienza è stata più pesante».
Perché la partecipazione a La vita in diretta su Rai 1 si è conclusa in modo un po’ brusco?
«Quello che dovevo dire l’ho detto. È stato un anno difficile, anche per la situazione che ci siamo trovati a raccontare (il periodo dei lockdown ndr). Non ho nulla da aggiungere».
Invece a Mediaset tutto liscio?
«Per me è stata una rinascita perché sono tornata a fare ciò che mi piace di più e che avevo scelto all’inizio della carriera».
Anche con Heather Parisi il rapporto è stato burrascoso?
«Ma no… Vorrei evitare di fare quello che fa lei con me, non ho bisogno di parlare di Heather per esserci. La apprezzo artisticamente, ma dopo Nemicamatissima non ci siamo più sentite. Abbiamo visioni diverse della professione».
L’ha detto anche lei intervistata a Belve: «Lorella è un po’ la prima della classe, mentre io preferisco improvvisare».
«Prima della classe non lo sono mai stata, ma m’impegno e lavoro molto. Così mi è stato insegnato e così sono riuscita a crescere».
Perché due anni fa ha lasciato l’agenzia di Lucio Presta?
«Lucio è una persona che stimo da prima che iniziassi a lavorare con lui. È stato mio agente per 12 o 13 anni, ma a un certo punto ho sentito il bisogno di camminare da sola».
Gli agenti hanno troppo potere in tv?
«Ne hanno molto, non so se sia giusto dire troppo. In certi programmi si nota un accentramento di personaggi della stessa scuderia. E quindi vien da chiedersi se vengano scelti per merito o per appartenenza. È difficile che tutte le idee confluiscano sempre nella stessa direzione. Se c’è una concentrazione dei soliti vuol dire che anche gli autori e i produttori sono d’accordo. Non credo che, pur con il loro strapotere, un agente possa decidere al posto di un’azienda».
Abbiamo citato La vita in diretta e Heather Parisi: non è che lei sia un po’ fumantina?
(Ride) «Penso di essere una persona serena e accomodante, lo dico sinceramente. Però sono anche un leoncino… Se vedo cose che non mi piacciono, parlo; difficilmente taccio e subisco. Di solito succede con le persone più potenti».
Ha perso qualche opportunità perché non si è morsa la lingua davanti a una persona potente?
«Non ricordo di aver perso delle opportunità. Però non mi piace che mi mettano i piedi in testa. Se capita, reagisco e in questo mondo finisce tutto in pasto alla stampa. Per questo passo per essere una fumantina, ma non lo sono».
È contenta dello spazio che hanno conquistato le donne ai vertici della politica?
«Non sono per le quote rosa, ma sono felice che ci siano sempre più figure femminili emergenti, come la premier. Mi piace che le donne guadagnino credibilità e conquistino ruoli apicali per capacità e merito, non per concessione. In politica, nelle aziende e nello spettacolo».
Tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein con chi andrebbe a cena?
«Con Giorgia Meloni, anche perché tifiamo per la stessa squadra».
Per quest’unico motivo?
«A pelle, mi sta molto simpatica. Mi piacerebbe conoscerla di più».
Ci può anticipare qualcosa del suo prossimo musical nei teatri?
«Se tutto va bene, in autunno proseguirò la tournée con lo show di quest’anno. Mentre per i miei 60 anni ho in mente un musical, non solo autobiografico. Ma sarà fra tre anni, il tempo per farlo bene non manca».
La Verità, 25 marzo 2023