Fazio, Gruber e le altre sfumature anti gialloblù
Certo, ci mettono del loro e parecchio. Matteo Salvini e Luigi Di Maio, Danilo Toninelli e Rocco Casalino. Ingenuità, inesperienza, smania di apparire, dichiarare, concionare. E poi litigi: non voglio passare per fesso; e io per bugiardo… Sarà giovane età: So’ ragazzi, verrebbe da dire, se la situazione non fosse seria. Però se proviamo a prendere in esame l’ultima settimana di talk show e approfondimenti vari, dobbiamo riconoscere che la televisione è tutta schierata contro il governo gialloblù. Amplificatore delle agenzie di rating e alleata dei commissari europei più brontoloni. Una tv monocolore d’opposizione, un monoscopio antigovernativo, con una sfumatura diversa per ogni canale.
Il caso più clamoroso ed esplicito è quello di Che tempo che fa, Rai 1. Dopo la polemica sul ruolo di Carlo Cottarelli che tutte le domeniche fa le pulci alla manovra e invita gli italiani a fare sacrifici a 6.500 euro a ospitata, Fabio Fazio ha pensato bene d’invitare il sindaco di Riace Domenico Lucano, indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ma eroe conclamato del suo socio Roberto Saviano (se ne parlerà in uno dei prossimi Cda Rai). Opposizione frontale.
Su La7 tutte le sere va in onda Otto e mezzo, una newsletter quotidiana nella quale si dice e ridice che i due vicepremier sono inetti, incapaci, maldestri e quanto mai potranno andare ancora avanti, mentre l’Europa, brava e buona, ci rimbrotta bonariamente indicandoci la strada giusta. Dopo aver riciclato Mario Monti come oracolo di Bruxelles (ricordate il mantra: «Ce lo chiede l’Europa»?), ora il nuovo astro è Gianrico Carofiglio, ex magistrato e romanziere con una breve parentesi sui banchi del Pd, convinto assertore dell’alleanza fra M5s e partito democratico. Quanto a Massimo Cacciari, presenza abituale chez Lilli Gruber, la sua apocalisse si dispiega sul governo legastellato come prima aveva fatto con quelli a guida Matteo Renzi, Enrico Letta, Mario Monti, Silvio Berlusconi, Romano Prodi, Amintore Fanfani… Opposizione militante. Restando nella rete diretta da Andrea Salerno, questa settimana per colpire Di Maio e Salvini Piazza pulita e Propaganda live hanno schierato gli stranieri. Nel giorno della lettera di avvertimento sulla manovra della Commissione europea, Corrado Formigli ha sfoderato un’intervista esclusiva al simpatico Pierre Moscovici, mentre, il giorno dopo, Diego Bianchi, in arte Zoro, ha esibito in studio Michael Moore, il regista americano di Fahrenheit 11/9: «Noi in America con Trump abbiamo copiato Berlusconi, ma ora voi, con Salvini e Di Maio, state cercando di battere Trump». Qualche giorno prima, invece, Giovanni Floris aveva consegnato la puntata di DiMartedì a Renzi, convocato non si è capito bene se come senatore semplice di Scandicci, divulgatore televisivo, conferenziere o angelo della morte della sinistra. Inutile dire che stando alla sua versione, in confronto ai vicepremier attuali, Attila è una crocerossina. Il filo rosso di tutti questi «approfondimenti» lo garantisce l’onnipresente direttore dell’Espresso Marco Damilano. Opposizione scapigliata.
Pigiando sul telecomando, anche su Rete 4 non tira vento favorevole all’esecutivo Conte. Stasera Italia mescola di più gli ospiti, dando voce anche agli esponenti della maggioranza e tentando di mantenere uno spirito pluralista (l’ex ministro Pier Carlo Padoan, il presidente Pd Matteo Orfini, il neopentastellato Gianluigi Paragone). Ma alla fine lo scetticismo salottiero di Barbara Palombelli vince su tutto e tutti. Non va meglio nel racconto del Paese reale proposto dalle inchieste di Gerardo Greco in Viva l’Italia. Opposizione pettinata.
Come oasi d’informazione non troppo orientata finora aveva funzionato il notiziario di SkyTg24, abbastanza asettico e professionale e perciò utile a registrare i semplici fatti della giornata. Purtroppo, da quando è comparso l’ircocervo gialloblù, anche la rete all news di Sky ha smarrito imparzialità. Lo si vede dai toni allarmati, dall’insistenza sulle notizie negative – dall’acqua potabile di Matera ai roghi nell’hinterland milanese – dalla scelta dei titoli e delle analisi nella rassegna stampa. L’apice si raggiunge nell’angolo finanziario affidato a Mariangela Pira, capocordata dell’ascesa dello spread. Opposizione gufa.
Esasperati dalla monocromia si cerca riparo sul Nove, il canale dove a sua volta è riparato Maurizio Crozza. Ma anche qui i suoi Fratelli sono tutti tonti e rispondono ai nomi di Luigi Di Maio, Danilo Toninelli, Giovanni Tria. Almeno quella del comico genovese è satira dichiarata e spazia fino a coinvolgere Renzi, Vittorio Feltri, Fedez e Chiara Ferragni. Opposizione globale.
P.s. Nel frattempo le nomine della Rai sono nuovamente slittate. Se confermate, le indiscrezioni secondo le quali si vogliono valorizzare le risorse interne dell’azienda sarebbero un piccolo segnale di cambiamento.