Forest e la Gialappa creano un sovramondo di gag
Basta un sopracciglio alzato, un calembour del Mago Forest e un rimbalzo fuori campo della Gialappa e ci si trova catapultati nel più esilarante sovramondo televisivo del momento. Un circo demenziale, credibilissimo. Un vortice di cialtroni e balordi, molto più che verosimili. Un caravanserraglio di sciroccati, un calderone di squinternati, sui quali si scatena l’irrisione di Marco Santin e Giorgio Gherarducci (senza Carlo Taranto) che, spalleggiati da Michele Foresta, animano Gialappashow, migrato in questa stagione su Tv8 e SkyUno (lunedì, ore 21,30, share complessivo del 5,8% , un milione di telespettatori).
C’è Galeazzo Italo Mussolini (Stefano Rapone) nei panni del Vice portavoce aggiunto del governo, «il creativo, il Lapo della famiglia», che promuove il rinnovamento della scultura distribuendo il busto di Pino Insegno. C’è Ester Ascione (Brenda Lodigiani), il primo androide prodotto interamente in Italia che, ancora in fase di perfezionamento, ripete a tormentone le proprie generalità e abilità, confondendosi immancabilmente. C’è il fachiro Tandoori (Alessandro Betti) che propone stralunati esperimenti di meditazione. C’è la sit-com di Sensualità a corte con Jean-Claude (Marcello Cesena) e sua madre pronti a partire per Pechino Express. Poi ancora un’Orietta Berti (sempre la Lodigiani) disposta a promuovere qualsiasi cosa, le imitazioni di Ubaldo Pantani di Bruno Barbieri e Costantino della Gherardesca, la rubrica Cucinare guidando. Finiscono nel mirino gli eccessi dei format e di certi improbabili reality di dating della stessa Tv8, ma pure le interviste di Berve, nella parodia ancora da definire di Francesca Fagnani proposta da Valentina Barbieri. Altra partecipazione fissa di rilievo è quella dei Neri per caso, mentre le partner di Forest, domenica sera Melissa Satta («c’è chi prende la melissa per rilassarsi, a me la sua vicinanza fa l’effetto contrario»), cambieranno ogni puntata.
A ben vedere, al di là della galleria di dementi che affollano lo studio, l’originalità dello show è nell’alchimia tra i Gialappi superstiti e Forest, tutt’altro che spalla, vero perno di questo hellzapoppin travolgente, fatto apposta per spopolare in pillole sul Web. Pur senza nascondere l’orientamento di fondo, però dispensato in modica quantità, l’universale presa per i fondelli è così naturale e disinvolta da innescare un circolo contagioso, che risulta immune al politicamente corretto e privo di quelle pesantezze ideologiche che soffocano altri, più ambiziosi, tentativi di satira.
La Verità, 30 maggio 2023