Ma la sfrontatezza che si commuove non ci azzecca
Caciara, cialtroneria, confusione, trenini, baraonda, baldoria. Sono i sinonimi che si addicono a Pio e Amedeo e ai loro varietà scorretti. L’ultimo, Felicissima sera – All Inclusive, il bersaglio programmatico ce l’ha nel titolo (Canale 5, venerdì, ore 21,42, share del 19,5% per 2,8 milioni di telespettatori). La coppia comica più ruspante del bigoncio bisogna prenderla tutta intera, a cominciare dalla sfrontatezza che è la cifra delle loro gag. Difficile operare dei distinguo, ridurre le dosi, setacciare le parti dello show. Siamo dentro un calderone nel quale tutto, compreso il pubblico rumoroso ed entusiasta, è centrifugato, frullato, masticato senza istruzioni per l’uso. In avvio, solo una breve anteprima di saluti alle comunità sempre sul piede dell’indignazione, per l’occasione rivisitate in chiave scorretta, includendo, appunto, le nuove minoranze, «le coppie ancora sposate», «gli elettori del Pd», «i multimilionari costretti a riparare a Montecarlo». Il tutto con l’aiuto di un dizionario aggiornato, non più il vecchio e offensivo Zingarelli, ma «Il Ferragnez», che anestetizza il linguaggio vietando l’uso di parole un tempo innocue ora potenzialmente escludenti. Con la loro faccia tosta, Pio e Amedeo hanno convocato la donna del capo, Silvia Toffanin, sperando di carpirle qualche particolare della loro vita intima e concludendo con l’invito a «Piersì: datti una mossa e sposa Toffanì». Zucchero l’hanno sottoposto a una raffica di selfie benevolmente dissacranti, per smontare la piaggeria verso le star e l’aurea dei social network. Gigi D’Alessio, escluso per eccellenza dai circoli elettivi di Rai 3 e del Concertone del primo maggio, hanno provato a riverniciarlo in chiave radical chic per concludere che conviene tenersi l’originale. Michelle Hunziker si è sottoposta alla parodia di «Che interviste che fa» indossando scialle nero, gambaletti e ciabatte per somigliare all’immagine tradizionale della nonna. Chi accetta l’invito sa che s’infila in un tritacarne giocoso in cui l’unica condizione richiesta è, appunto, la disponibilità a giocare con sé stessi e la propria immagine. Finale tamarro con i neomelodici proposti ai «veri direttori artistici di Sanremo», Giovanna Civitillo e José, moglie e figlio di Amadeus, per la prossima edizione del Festival. Prendere o lasciare, di Pio e Amedeo non si dovrebbe buttare via niente. La loro è la forza dell’ignoranza consapevole, come si vede in quei monologhi sgangherati, non sempre credibili: i cattivoni dal cuore tenero quando si parla di figli è una parte già vista.
La Verità, 26 marzo 2023