«Contento per Malpensa, Sala si occupi di Milano»

Niente da fare, Pier Silvio Berlusconi non si riesce proprio a iscriverlo a Forza-Italia-Viva, il partito larvatamente macroniano che alligna in alcuni ambienti dell’establishment del Nord. Resta un forzitaliano e basta, senza aggiunte. Non è assimilabile alla schiera di coloro che patiscono il complesso d’inferiorità della sinistra. Alcuni volenterosi colleghi provano a tirarlo da quella parte, ma lui, pacatamente (come direbbe Crozza/Veltroni), si riappropria della giacca e si risistema. «Non ho mai, mai, mai commissionato un sondaggio, né io né Mediaset, che riguardi me e la politica. È una balla assoluta e totale. Se vado a Roma qualche giorno ogni due o tre settimane è solo perché lì c’è una parte importante della nostra attività, la Fascino (società di Maria De Filippi che produce i successi Mediaset ndr), e per incontrare alcuni investitori. La politica non c’entra».
Come al solito, alla presentazione dei palinsesti Mediaset della prossima stagione a Cologno Monzese, si parla di tutto: dall’andamento economico del gruppo («molto positivo, siamo il primo broadcaster europeo»), alle radio, alla crossmedialità centrata sulla vitalità della tv generalista. Ma stavolta, esaurite cifre e numeri in poche slide, a tenere banco è proprio la politica a tutto campo. TeleMeloni, per dire, non esiste né in Rai né nella tv commerciale. «Lo so che vi do un dispiacere», si scusa l’amministratore delegato, «ma tutto si può dire, tranne che in Italia non ci sia libertà di parola. Magari si sarà commesso qualche errore, si sarà fatta qualche scelta sbagliata, ma questo lo si è già detto». Quanto a Mediaset, «siamo un editore ecumenico. Non siamo un giornale, ma un’intera edicola. Ci sono il Tg5, il Tg4, Bianca Berlinguer, Mario Giordano, Paolo Del Debbio, Pomeriggio 5… tante voci, c’è pluralismo. Le novità sono benvenute, ma non c’è nulla che va male. Caso mai si tratta di aggiungere, non di togliere». Flop anche del secondo tentativo di arruolamento.
Ciò che invece provoca la reazione di Pier Silvio è l’idea della Lega di alzare il tetto di affollamento pubblicitario per la Rai così da abbassare il canone: «È un pasticcio assoluto. Il contrario di quello che andrebbe fatto», sentenzia. «La Rai senza canone vorrebbe dire migliaia di licenziamenti e questo significherebbe distruggere il mercato». A stretto giro, in una nota ufficiale la Lega si dice «lieta di confrontarsi con l’ad di Mfe-Mediaset e la sua azienda sul futuro dell’offerta televisiva italiana, ivi compreso il miglioramento della tv pubblica. Il dialogo è sempre utile, anche perché l’obiettivo è migliorare la concorrenza e la qualità complessiva del prodotto». Si vedrà.
Sull’altro fronte, un ulteriore stop a certi ammiccamenti viene dal commento all’intervista nella quale Marina Berlusconi si è detta in maggior sintonia con la sinistra sui diritti civili. «La parola comunista mi si addice quanto la parola interista», premette Berlusconi jr sgombrando il campo da ogni ambiguità. «Marina ha espresso un’opinione personale e come editore e, ovviamente, è libera di farlo. La difesa dei diritti civili è nel Dna di ciò che ci ha tramandato mio padre. Ma è una battaglia di modernità e di civiltà che non è né di destra né di sinistra», precisa Pier Silvio, correggendo garbatamente la sorella. L’eredità lasciata dal padre, confida più tardi il secondogenito, comprende anche «il fascino della politica in termini di adrenalina, avventura, spinta, rapporto con la gente io lo sento, è qualcosa che ahimè sento di avere. Parlare con le persone è stato il mio mestiere per più di 30 anni, perché questo fa la tv. Ma un conto è partecipare a una grande avventura elettorale, un altro è il sacrificio della vita politica di tutti i giorni. E poi che cosa fai, il conflitto di interessi come lo gestisci? Vendi tutto? Molli tutto in mano a qualcuno? Non è una faccenda leggera».
Altre possibilità di arruolamento sulla politica internazionale. Che cosa pensi della situazione in Francia e delle elezioni americane? «Per fortuna che in Italia c’è un governo stabile… La stabilità fa bene ai cittadini, alle aziende e agli imprenditori. Povera Francia. Sulla leadership americana di oggi faccio fatica a esprimermi». L’ultimo argomento paludoso è l’intestazione dell’aeroporto di Malpensa. «Tutto ciò che viene intitolato alla memoria di nostro padre a noi figli non può che fare piacere perché lo stramerita. Noi non siamo stati coinvolti, lo abbiamo saputo alla fine e forse le modalità potevano essere diverse. Era prevedibile che ci sarebbe stata polemica. Ma soprattutto», sottolinea Pier Silvio, «quello che non mi piace è chi oggi fa polemica sulla polemica. Lo trovo terribile». Più tardi, parlando al gruppo di giornalisti più nottambulo, Berlusconi jr specifica che si rivolgeva al sindaco Beppe Sala. «Cosa c’entri che tiri in ballo mia sorella sui social? Di’ se sei favorevole o no. Non rompere. Puoi anche dire che sei contro per mille motivi, ma non fare polemica sulla polemica. Sala pensasse a Milano. Io vivo in Liguria, ma tutte le volte che vengo qui dico che è un disastro: traffico, delinquenza, buche…». Inevitabile, la replica piccata del primo cittadino milanese, nel frattempo precipitato al 19° posto della classifica dei sindaci: «Io userei la dedica dell’aeroporto per fare politica? Vorrei ricordare che in Italia c’è un partito che porta il nome Berlusconi. L’intitolazione non è un atto politico?». Intanto, proseguendo nella loro strategia di travisamento, ieri i siti di alcune testate nazionali titolavano: «Pier Silvio: un errore intitolare Malpensa a mio padre». La mistificazione è servita.

 

 

 

A Del Debbio la striscia di Rete 4, Diletta Leotta new entry per condurre La Talpa

«La serata dei paccheri», come l’ha ribattezzata il padrone di casa di Cologno monzese, è un gioco di società che alterna chicche e smentite. Le chicche sono quelle che Pier Silvio Berlusconi, Ceo di Mediaset, Federico Di Chio, direttore generale marketing strategico, e Mauro Crippa, direttore generale informazione, dispensano durante la presentazione della prossima stagione. Le smentite, invece, sono quelle che colleziona la fiction della narrazione corrente, uscita clamorosamente bocciata dalla serata. Da giorni leggiamo anticipazioni sul ridimensionamento dei programmi cosiddetti «sovranisti», invece si apprende che la vera novità del palinsesto di Rete 4 sarà la striscia dell’access primetime affidata a Paolo Del Debbio al posto di Bianca Berlinguer. La quale, a sua volta, raddoppia con un nuovo appuntamento la domenica virato sull’inchiesta, in un’altra serata competitiva contro Che tempo che fa sul Nove e il Report allungato su Rai 3. Non si sa ancora se quello di Del Debbio, che manterrà Diritto e rovescio al giovedì, sarà solo il primo segmento di una staffetta oppure se si allungherà a tutto l’anno, sta di fatto che «abbiamo un gruppo di professionisti che ci consente di fare gioco di squadra», sottolinea Berlusconi jr. Non è del tutto escluso un ritorno di Bianca Berlinguer, dunque, o l’impego di qualcun altro, da gennaio. «Ciò che più conta è che Rete 4 è protagonista di un riposizionamento unico nella storia della tv, da rete di telenovele a rete di approfondimenti e informazione, con una ricchezza di proposta e di conduzioni che non ha eguali all’estero», sottolinea Crippa al fianco dell’amministratore delegato e poi al tavolo dei direttori delle maggiori testate presenti, alla faccia del siluramento imminente come – altra smentita – ci raccontano certe indiscrezioni. Restando a Rete 4, l’altra novità è la riedizione di Freedom condotto da Roberto Giacobbo, il sabato sera, che completa la settimana di produzioni interne della rete.
Più d’una, come accennato, le chicche. Il rinnovo per altri due anni del rapporto con Il Volo e con il duo Pio e Amedeo, per testarli su altri progetti oltre la vis comica controcorrente. Confermate tutte le serate di Maria De Filippi, gli altri giochi e varietà, si rivedrà La Talpa, reality molto discusso per gli eccessi trash. «Ma stavolta ne faremo una versione glam», sintetizza Pier Silvio, «con la conduzione di Diletta Leotta a cui do il benvenuto in Mediaset». Andrà in onda free da ottobre, prima su Infinity e poi su Canale 5 (salvo la puntata finale anticipata sull’ammiraglia) con l’intenzione di creare una sinergia tra piattaforme, e completerà un trittico di reality inaugurato dal nuovo Temptation island e dal Grande fratello, sulla rampa a inizio settembre. Altra novità su Canale 5, due serate speciali per «celebrare i grandi artisti nati ad Amici, il format con il quale Maria De Filippi sta scrivendo un pezzo di storia della musica italiana». Sarà una produzione Fascino in collaborazione con Verissimo, che vedrà fianco a fianco Maria e Silvia Toffanin, cui sarà affidata la conduzione. Musica al centro anche di una serie di concerti evento di Andrea Bocelli, Vasco Rossi, Pooh, Annalisa e Laura Pausini, quest’ultimo anticipato da una sorta di doc a puntate che inizierà su Infinity. Infine, si allarga all’intrattenimento anche Italia 1, con Max working e le performance di Max Angioni, e Il Formicaio, versione italiana di un format comico spagnolo.
In conclusione, una serata dei paccheri dall’alto contenuto tele-calorico. Alla quale, con inusitata auto-smentita, si è sottratto proprio Pier Silvio Berlusconi, preferendo un ricco piatto di bresaola.

 

La Verità, 18 luglio 2024